Comincia questa sera l’Eurovision Song Contest, la competizione musicale europea che vede fronteggiarsi musicisti e artisti da 37 Paesi, non solo del Vecchio Continente. Sarà la Liverpool Arena, un palazzetto da 12mila posti, a ospitare la prima semifinale del concorso, nonostante non sia la Gran Bretagna ad aver vinto la competizione dell’anno scorso.

A Liverpool l’Eurovision Song Contest: cosa dobbiamo aspettarci

La regola dell’Eurovision, infatti, prevede che il festival si svolga nel Paese che ha vinto la precedente edizione. Nel 2022 si è svolto a Torino perché nel 2021 erano stati gli italiani Maneskin a trionfare, in una scia di successi cominciata a Sanremo e mai più fermatasi.
Nel capoluogo piemontese, però, il primo posto del podio se lo è aggiudicato la Kalush Orchestra, una band ucraina la cui vittoria era stata oggetto di polemiche dal momento che il risultato della competizione sembrava condizionato da scelte politiche dettate dal conflitto in corso.

L’impossibilità di organizzare l’evento nel Paese in stato di conflitto lo ha fatto spostare in Gran Bretagna, Paese che ha attirato i riflettori su di sè non più tardi di sabato scorso grazie all’incoronazione di re Carlo.
A seguire entrambi gli eventi c’è le giornalista Giorgia Olivieri, che ai nostri microfoni racconta cosa dobbiamo aspettarci dalla competizione musicale.
«Liverpool è una città che si sta rivelando molto accogliente – osserva Olivieri – C’è musica ad ogni angolo delle strade».

Anche per l’edizione 2023, sottolinea la giornalista, lo spettacolo è assicurato e con lui anche la «quota baracconata» che lo contraddistingue. In questa categoria possiamo annoverare la performance della band punk croata Let 3, che si esibirà agghindata in una versione alternativa dei Village People. «Solitamente sono abituati a spogliarsi sul palco, vedremo cosa succederà», commenta la nostra inviata.
Sempre in «quota baracconata» troviamo la Finlandia con Käärijä che porta la canzone “Cha cha cha”, considerata tra le favorite per la vittoria.

Anche Israele ha buone speranze, grazie alla performance e alla prestanza di Noa Kirel. Così come la Svezia, che porta Loreen, già nota al pubblico anche a queste latitudini. E buone propabilità ha anche l’artista francese La Zarra, soprattutto grazie ad uno show di alto impatto.
«Gli artisti italiani presenti alla competizione – sottolinea Olivieri – in realtà sono tre. Oltre a Marco Mengoni, che appare più rilassato rispetto a Sanremo, c’è Alessandra Mele, che si esibisce per la Norvegia e si definisce 100% italiana e 100% norvegese. Lei sarà in “quota Game of Thrones” dato l’abbigliamento fantasy. Poi ci sono i pistoiesi Piqued Jacks per San Marino».

Una nota aggiuntiva non irrilevante è che Mengoni sarà l’unico artista ad essere vestito da grandi griffe della moda, in particolare Versace. «Nonostante l’Eurovision sia una trasmissione guardata da milioni di persone – osserva la giornalista – non c’è stata l’aggressione dei grandi marchi. Questo è interessante perché permette di vedere la moda di Paesi come la Lituazia o la Repubblica ceca».

ASCOLTA LA CORRISPONDENZA DI GIORGIA OLIVIERI: