C’è un colpo di scena nella vicenda degli orsi in Trentino. Una perizia forense scagionerebbe l’orsa JJ4, ora rinchiusa nel centro di recupero della fauna alpina di Casteller. Non sarebbe stata lei ad aver aggredito e ucciso il runner Andrea Papi, ma un esemplare maschio, secondo quanto evidenziato da due perizie veterinarie forensi depositate da Leal – Lega antivivisezionista al Tar di Trento ed eserguite dal dottor Roberto Scarcella e dalla dottoressa Cristina Marchetti.

Cosa dice la perizia che scagionerebbe JJ4

Secondo la perizia, le impronte dei morsi sul corpo di Papi sono quelli di un maschio. Lo dimostrerebbe la dentatura che, «per la medicina veterinaria forense, ha lo stesso valore delle impronte digitali umane – si legge nella nota di Leal – Nelle relazioni si legge infatti che sono state rilevate lesioni identificabili come da penetrazione di coppia di canini caratterizzate da una distanza tipica dei canini di un orso maschio adulto».
Non solo, l’orso che ha aggredito il runner «non voleva uccidere» perché le ferite riportate «non sono riconducibili ad una attività predatoria, il corpo, infatti, non presenta segni di consumo». L’attacco, quindi, sarebbe «riconducibile a un tentativo protratto di allontanamento e dissuasione da parte dell’orso sulla vittima».

Proprio il Tar, interpellato dagli animalisti quando il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, aveva firmato un’ordinanza per l’abbattimento dell’orso responsabile della morte del runner, dovrebbe esprimersi il prossimo 24 maggio. La perizia prodotta da Leal diverge dagli elementi raccolti finora, in particolare dalle tracce genetiche che avevano individuato in JJ4 la colpevole.
Starà dunque al tribunale amministrativo stabilire quale dei due documenti risulta più attendibile e, sulla base della sentenza, valutare la condotta di Fugatti e la sorte dell’orsa.

Dal punto di vista naturalistico, le mosse di Fugatti hanno creato disastri

«Fugatti ha catturato un’orsa prima di avere l’autorizzazione del Tar – spiega l’attivista ecologista e consigliere comunale con Europa Verde Davide Celli – Se l’orsa dovesse essere innocente, o se la procedura dovesse rivelarsi imperfetta, il presidente della Provincia si troverebbe davvero in cattive acque, perché quando un orso viene catturato poi difficilmente potrà essere liberato». I danni, aggiunge l’attivista, potrebbero essere tali da poter esigere un risarcimento consistente: JJ4, infatti, è figlia di fondatori e ha un patrimonio genetico senza tracce di consanguineità – vantaggio raro per un orso in Trentino.

Non solo: quando JJ4 è stata catturata, i suoi tre cuccioli non sono stati portati con lei. «Erano appena entrati nel secondo anno di vita. Che cuccioli così piccoli possano sopravvivere senza la madre è una leggenda tutta italiana – specifica Celli – È già successo altre volte ed è molto grave, perché non è solo una questione di svezzamento, ma anche di educazione». La madre, infatti, insegna ai cuccioli ad essere elusivi, trasmettendo loro quella che Celli definisce una «mappa cognitiva alimentare»: regole basilari per la sopravvivenza a un passo dall’uomo, come non avvicinarsi alle case e procurarsi il cibo da soli. Nel migliore dei casi, dunque, se i cuccioli abbandonati dovessero miracolosamente salvarsi non imparerebbero la cautela e potrebbero avvicinarsi alle abitazioni, causando gravi danni e venendo catturati anch’essi nel corso del tempo. Secondo Celli, tuttavia, l’alternativa più probabile per la sorte dei piccoli è un’altra: senza la madre, i cuccioli restano indifesi e in balia degli orsi maschi che, nel loro periodo riproduttivo, li uccidono per far tornare la femmina in estro e potersi accoppiare con lei. Lasciarli soli vuol dire dunque «esporli a una roulette russa» e, di fatto, condannarli a morte quasi certa.

Secondo Celli, insomma, le politiche di Fugatti si stanno rivelando pretestuose oltre che fallimentari: «Senza una ricostruzione dei fatti, fai fatica ad essere sopra le parti e non combinare dei guai. L’amministrazione fonda tutto sulla presunzione che ci sia un pericolo imminente» ma, aggiunge il politico, se non si ricostruiscono adeguatamente i fatti la nozione di “pericolo” è relativa: «È come se un vigile urbano non andasse mai ad accertare le dinamiche di un incidente, per cui il veicolo coinvolto sopravvissuto viene considerato colpevole a prescindere. Ecco, per Fugatti l’orso in Trentino è colpevole di esistere, e quindi già condannato».

Chiara Scipiotti

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