Dopo i tre tentativi falliti della Freedom Flotilla perché assaliti dall’esercito israeliano, domenica prossima, 31 agosto, entrerà nel vivo l’azione della Global Sumud Flotilla, la più grande iniziativa indipendente mai realizzata. Decine di imbarcazioni da 44 Paesi partiranno dai porti del Mediterraneo con l’obiettivo di consegnare aiuti umanitari a Gaza, chiedere la fine del genocidio e denunciare il blocco navale israeliano.
Domenica salpano le prime navi della Global Sumud Flotilla per Gaza
Tra la fine di agosto e i primi giorni di settembre prenderà il via la Global Sumud Flotilla, la più grande iniziativa indipendente mai organizzata per portare aiuti umanitari alla popolazione civile della Striscia di Gaza. Le imbarcazioni salperanno da diversi porti del Mediterraneo, con la partenza principale fissata a Barcellona il 31 agosto e una seconda a Tunisi il 4 settembre. In programma anche due partenze dall’Italia: da Genova, il 31 agosto, e dalla Sicilia, il 4 settembre.
La flotta sarà composta da decine di barche su cui viaggeranno delegazioni di attivisti e professionisti provenienti da 44 Paesi.
L’obiettivo è duplice: consegnare cibo e beni di prima necessità alla popolazione di Gaza e provare a creare un corridoio umanitario che renda più agevole l’arrivo di aiuti dall’estero. Le imbarcazioni si incontreranno nel Mediterraneo orientale, in un punto non ancora reso noto, per tentare di forzare il blocco navale israeliano.
L’impresa non è affatto facile. Da anni l’esercito israeliano impedisce a qualsiasi nave non autorizzata di avvicinarsi alle coste della Striscia, imponendo un embargo che limita non solo l’ingresso di aiuti via mare, ma anche le attività dei pescatori palestinesi, la cui libertà di navigazione è stata progressivamente ridotta fino al divieto totale scattato con l’inizio della guerra.
Le iniziative di questo tipo, del resto, hanno una lunga storia. Il tentativo più drammatico fu quello del 2010, quando la nave turca Mavi Marmara, parte della “Freedom Flotilla”, fu abbordata dalla marina israeliana in acque internazionali. Nove attivisti furono uccisi e l’episodio provocò una grave crisi diplomatica tra Israele e Turchia. Da allora, tutte le missioni di questo tipo sono state fermate, alcune con metodi violenti.
Anche nell’ultimo anno non sono mancati i tentativi: nel maggio 2025 la barca Conscience fu danneggiata da un attacco di droni; a giugno la Madleen, con a bordo l’attivista climatica Greta Thunberg, venne intercettata e sequestrata dalla marina israeliana; a luglio la stessa sorte è toccata alla Handala, salpata da Siracusa.
Nonostante i precedenti, gli organizzatori sperano che il numero elevato di imbarcazioni renda più difficile l’intercettazione da parte delle autorità israeliane.
Dietro la Global Sumud Flotilla ci sono quattro organizzazioni: la Freedom Flotilla Coalition, la Global March to Gaza, la Maghreb Sumud Flotilla e la Sumud Nusantara del sud-est asiatico. “Sumud”, termine arabo che significa resistenza e perseveranza, sintetizza lo spirito dell’iniziativa.
Accanto alla consegna di aiuti umanitari, la missione ha una forte valenza politica e simbolica. Mira infatti a denunciare l’impatto del blocco israeliano sulla popolazione civile e a sensibilizzare l’opinione pubblica internazionale affinché i governi esercitino pressioni su Israele per allentare le restrizioni. Per rafforzare la risonanza mediatica, la Flotilla può contare sul sostegno di attivisti e personaggi pubblici: a livello internazionale attori come Mark Ruffalo e Susan Sarandon, mentre in Italia hanno espresso il loro appoggio figure come il fumettista Zerocalcare e numerosi altri artisti e intellettuali.