All’età di 84 anni, in seguito ad una breve malattia cardiaca, è morto Gianni Minà. Il celebre giornalista e documentarista era nato a Torino nel 1938 e nella sua lunga carriera ha intervistato personaggi di caratura mondiale, come Fidel Castro, Diego Armando Maradona, Mohamed Alì e tanti altri, accomunati dall’essere «persone capaci di andare controcorrente, anche a costo dell’isolamento, della solitudine», come ebbe a dire lo stesso Minà.
Grande il suo amore per l’America Latina, in particolare per Cuba, che lo portò a dirigere la rivista “Latinoamerica e tutti i sud del mondo”.

Gianni Minà, il ricordo del giornalista dell’ex sindaco di San Giorgio di Piano

Per ricordare Gianni Minà abbiamo deciso di non raccontarlo attraverso i commiati d’ufficio, ma con le parole di chi lo ha conosciuto e ne ha apprezzato l’impegno a favore del sud del mondo.
Tra queste persone c’è Valerio Benuzzi, ex sindaco di San Giorgio di Piano negli anni ’90, che con Minà ha stretto un vero e proprio rapporto di amicizia. «Mi chiamava affettuosamente ‘fratello’ – racconta Benuzzi ai nostri microfoni – Lo conobbi più di 35 anni fa perché presentava un libro di Sepulveda in un hotel di Modena. Da allora siamo sempre rimasti in contatto».

Da persona che girava il mondo e che parlava con i leader mondiali dissidenti, Minà trovava comunque il tempo per passare dal piccolo Comune della provincia bolognese. «Ha conosciuto i bar e le trattorie del paese – ricostruisce l’ex sindaco – Arrivava in treno con la moglie, dormiva in un B&b e ripartiva il giorno dopo». L’ex sindaco di San Giorgio di Piano lo chiamava ogni volta che il giornalista pubblicava un libro o usciva un numero della sua rivista e il contatto era costante.

«La settimana scorsa ero a Roma e contavo di incontrarlo – continua Benuzzi – Questa volta però non ci sono riuscito, forse perché era già ricoverato».
Nel ricordare la figura di Minà, Benuzzi lo descrive come un giornalista fuori dal coro, «perché non era disposto a presentare le notizie preconfezionate o suggerite da questo o quel politico».
Una schiena dritta che il giornalista ha pagato con l’allontanamento, insieme ad altri giornalisti indipendenti, dalla Rai. «Ma lui ha avuto un’altra vita – osserva l’ex sindaco – continuando a raccontare il sud del mondo, in particolare l’America Latina, senza filtri».

Cosa perde il giornalismo italiano con la scomparsa di Gianni Minà? «Sicuramente perde una persona di una rettitudine unica – sottolinea l’ex primo cittadino di San Giorgio di Piano – Un giornalista di quelli orgogliosi del proprio mestiere, che prima di diffondere le notizie le verificava, perché diceva che l’informazione era un diritto del lettore. Perdo un po’ un fratello anch’io. E oggi potrei dirgli grazie di essere passato anche di qua, in un piccolo Comune. E fai buon viaggio».

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