Demetrio Stratos fu un artista straordinariamente innovatore, sempre in atteggiamento di ricerca riguardo alle potenzialità della musica e in particolare della sua voce. In onore della sua prolifica attività riguardo alle proprie capacità vocaliche è stato allestito un archivio nel Palazzo Malagola di Ravenna: abbiamo partecipato alla conferenza stampa dell’evento, tenutasi il 27 marzo, e vi riportiamo gli interventi del professore dell’Università di Bologna e fondatore di Malagola Enrico Pitozzi e dell’archivista del progetto Dario Taraborrelli.
Allestito a Ravenna l’archivio personale che trasmette l’attività di ricerca fonica di Demetrio Stratos
Una delle personalità più importanti nell’ambito della sperimentazione e della ricerca vocale, collaboratore a riguardo tra il 1976 e il 1978 anche con il CNR di Padova, studioso di etnomusicologia concentrato in particolare sulla musica popolare orientale e mediorientale, membro e frontman prima della band Ribelli e poi di quella di rock progressivo Area, con cui raggiunse un grande successo, italo-greco cresciuto ad Alessandria d’Egitto, Demetrio Stratos scomparse nel 1979, a 34 anni, a causa di un’anemia aplastica. Coltivò un’esperienza solista di studio della voce come strumento, raggiungendo risultati tuttora ineguagliati, che sono stati e sono ancora oggetto di ricerca a livello fonico: fu in grado di produrre diplofonie e addirittura triplofonie, ovvero alterazioni del timbro della voce che all’ascolto risulta duplicata o triplicata. La sua attività di studio verrà infine conservata nell’archivio ravennate gestito in collaborazione con il Comune di Ravenna a Palazzo Malagola, centro di vocalità e alta formazione sulla voce fondato e diretto da Ermanna Montanari ed Enrico Pitozzi.
L’idea è quella di creare un archivio che non sia solo memoriale, ma che possa offrire modalità diverse di fruizione a visitatori e studiosi, grazie anche all’attività di Palazzo Malagola, centro di ricerca, formazione e sperimentazione sulla vocalità che nasce dall’esperienza del professore Enrico Pitozzi e di Ermanna Montanari. Riguardo a ciò il professor Pitozzi spiega in conferenza stampa che il progetto è quello di «organizzare una stanza immersiva in cui poter fruire in maniera esperienziale del materiale di Demetrio Stratos». La decisione si inserisce in una discussione più ampia che riguarda la fruizione d’archivio dentro uno spazio in cui l’esperienza vissuta in prima persona da Stratos possa essere condivisa da coloro che ascoltano anche a distanza di tempo.
Si sta pensando anche a percorsi espositivi originali che possano valorizzare i materiali conservati: l’archivio, infatti, che nasce anche grazie alla collaborazione con la famiglia di Stratos, comprenderà, oltre alle registrazioni vocali del cantante, anche oggetti dell’uso personale. Il materiale verrà studiato, spiega Taraborrelli, per trovare il modo di restituire ai visitatori la realtà complessa che può essere lo spaccato della vita di una persona: ci sono materiali di studio, un pezzo della sua biblioteca, gli oggetti della vita insieme alla moglie. L’archivio personale ci mostra il punto di vista della sua ricerca vocale calato nella materialità delle cose che inevitabilmente sopravvivono alle persone. I tempi tecnici di allestimento rinvieranno l’inaugurazione verso la fine dell’anno, quando sarà finalmente possibile immergersi nell’ambiente ricreato della vita di un musicista leggendario e di un uomo straordinario.
ASCOLTA GLI INTERVENTI DI ENRICO PITOZZI E DARIO TARABORRELLI: