Bebo de Lo Stato Sociale scrive una lettera al sindaco di Bologna Matteo Lepore, una lettere sincera e semplice che mira ad esigere una vera “partenza” della cultura.

Bebo scrive una lettera per “partire sotto nuove coordinate”

Bebo alias Alberto Guidetti, componente e co-fondatore della band Lo Stato Sociale, nato a Bologna il 12 settembre del 1986, 4 giorni fa scrisse una lettera al sindaco di Bologna Matteo Lepore per Rock.it. Una lettera a cuore aperto che spiega e racconta come dopo la pandemia la politica, il comune e l’amministrazione in generale si sia occupata veramente poco del settore culturale. Un campo che comprende una vasta gamma tra chi fa’ cultura e chi dal punto vista tecnico permette, concerti, teatro, mostre d’arte e tanto altro. Ormai la cultura sembra che si sia appassita a causa di quei mesi di fermo, nessuno è più disposto a sollevarla, a dare una mano a farla ripartire. La cultura ha bisogno di cure che fatica ad avere.

Nell’intervista Bebo ci spiega il motivo della sua lettera su Rock.it «La richiesta di questa lettera, in realtà, è arrivata da Rock.it […] una richiesta editoriale da parte del magazine che sta facendo un’operazione, con tante college e tanti colleghi su altre città quindi mi sembrato giusto partecipare. […] Dal mio punto di vista non c’è scritto nè più nè meno di quello che ho avuto modo di dire più d’una volta in campagna elettorale, avendo collaborato pubblicamente con coalizione civica ed Emily Clancy. Insomma, ho sfruttato l’occasione per poter fissare con parola scritta quello che ho precedentemente era stato solo detto durante la campagna e le piazze, che abbiamo occupato positivamente il nostro messaggio elettorale»; prosegue raccontandoci l’importanza dei spazi sociali e delle realtà culturali di Bologna «Cito più volte i centri sociali, come in generale tutti i posti in cui si fa associazione libera e partecipata dal basso, io penso sia la vera grande risorsa di ogni città da Bologna alla metropoli romana al paesino di provincia, insomma sono realtà che offrono palchi a band e ad artisti che normalmente che magari farebbero fatica ad entrare in club più strutturati. La cultura ha bisogno di spazi che la tutelino da questo punto di vista, nella sua estrema varietà, dalla cosa più alta e popolare alla cosa più bassa e strana e peggio fatta e amatoriale, ma è giusto che esista, che abbia il suo modo di esprimersi cosicché poi ci sia una lettura di quella che è la realtà culturale odierna».

“Serve qualcosa di simile ad una Art Commission, servono politiche di coordinamento e sviluppo, serve aprire gli infiniti portoni chiusi da anni che ammuffiscono in nome di Cassa Depositi e Prestiti, un’entità che se non fossimo nel tardo capitalismo sarebbe un prodotto della DDR. Servono dati di realtà collettiva”-Bebo-

Questo era il tema della lettera al sindaco Matteo Lepore, nessuna critica aggressiva se non esibire i difetti di questa ripartenza culturale, come dice ancora Bebo «Perchè quello che manca in una città come Bologna è la possibilità di emergere».

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