Secondo un’informativa dei servizi segreti, le contestazioni all’inaugurazione di Expo 2015 potrebbero causare danni dieci volte superiori a quelli del G8 di Genova. A darne notizia, con particolare dovizia di particolari, è il quotidiano Repubblica. A Expo mancano ancora 100 giorni, ma l’isteria securitaria è già cominciata.

La notizia è nuova, ma anche vecchia. L’informativa dei servizi d’intelligence sulle contestazioni a Expo risale infatti al dicembre del 2014, ma è stata resa nota non più tardi di due giorni fa.

A darne notizia è il quotidiano Repubblica, che parla della possibilità che le manifestazioni contro Expo provochino “danni 10 volte superiori” a quelli delle contestazioni al G8 di Genova.

L’articolo di Repubblica si limita a riproporre le conclusioni dell’informativa prodotta dai servizi segreti. Si parla, testualmente, di “alto livello di allarme”, di “blocco nero”, di gruppi che si “preparano a dare l’assalto all’Expo”.

A 100 giorni dall’inaugurazione dell’evento, prevista per il primo maggio, i servizi di sicurezza e il mondo dell’informazione sono già impegnati a spiegare che a Expo accadranno cose terribili, mentre a Milano si preparano i piani di definizione delle oramai classiche “zone rosse”, di costruzione di perimetri di protezione – con recinzioni alte più di tre metri – e di instalazione di oltre 2500 telecamere di sorveglianza.

Il clima di paura attorno all’ennesimo grande evento inizia dunque a diffondersi. Già sabato scorso era stata chiusa l’università statale di Milano per impedire lo svolgimento dell’assemblea dei No Expo.

Non ha dubbi Abo dei No Expo, secondo il quale “Si sta preparando, dal punto di vista della piazza mediatica, un nemico pubblico. Si sta provando a suscitare, nelle persone, il timore che accadano cose. L’idea non è tanto quella di mostrare sicurezza, l’idea è quella di generare nelle persone il bisgno di sicurezza“.

Oramai ricorrente, il ricorso di certo giornalismo alla categoria del “blocco nero” torna particolarmente utile al tentativo di mettere insieme gruppi molto diversi e difficilmente accomunabili,  apponendo a tutti la stessa etichetta.

Esercizio che l’articolo di Repubblica esegue magistralmente mettendo insieme Blockupy, D19 2-0, i gruppi antifa, gli anarchici e gli anarchici informali, tutti uniti da una complessa rete transnazionale e pronti a colpire Expo.

Alessandro Albana