Anche quest’anno, dal 21 al 26 novembre, torna “Politicamente Scorretto”, la rassegna culturale nata dall’iniziativa del Comune di Casalecchio di Reno con la collaborazione di Carlo Lucarelli: un’occasione per affrontare il problema scorretto della mafia in Italia.

Politicamente Scorretto: a Casalecchio di Reno torna la rassegna sui temi scomodi

La diplomazia impone di essere politicamente corretti. Detto altrimenti, si tratta di applicare una serie di buone maniere linguistiche e di comportamento che evitino discriminazioni di ogni tipo, da quelle etniche a quelle di genere e sociali in senso ampio. Questo si traduce nella pratica, ad esempio, di sostituire ‘handicappati’ con il termine ‘disabili’ o ‘diversamente abili’; e se ‘negro’ evoca per gli occidentali uno scomodo passato coloniale e schiavista, ‘nero’ o ‘di colore’ ricordano soltanto il dato di fatto di una pelle che non è chiara.

Il politicamente corretto non è più solo una questione di linguaggio e di discriminazione, sfera tematica in riferimento a cui ha avuto origine l’espressione. Sono politicamente corretti anche alcuni temi di attualità rispetto ad altri, che invece possono infastidire l’opinione pubblica. È in questi casi che il politicamente corretto può essere in definitiva una condotta ipocrita, che nasconde il problema e non lo affronta. Ed allora conviene essere ogni tanto politicamente scorretti e discutere le questioni più scomode senza troppi giri di parole.

Questa è stata la scelta dell’Assessorato alla cultura di Casalecchio di Reno (BO) che, con la collaborazione dello scrittore Carlo Lucarelli, rinnova ogni anno dal 2005 la rassegna culturale che già nel nome dichiara il suo carattere: ‘Politicamente Scorretto ’ appunto. Un’iniziativa diventata subito tradizione e che tutti gli anni è sede in cui affrontare questioni di giustizia e solidarietà sociale con un linguaggio che coinvolge ogni forma d’arte e mezzo comunicativo: dal cinema, alla letteratura, al video-reportage ed al giornalismo.

Anche in questa XIII edizione, il filo conduttore è sempre lo stesso: combattere con la sola arma della cultura la mafia e gli schemi di pensiero mafiosi, che da nord a sud non segnano solo il passato dell’Italia ma macchiano drammaticamente anche il presente – e l’obiettivo è, dunque, riuscire ad avere un futuro diverso. Si tratta di fondare e poi rinforzare una cultura della legalità non solo tra i giovani ed i cittadini di ogni fascia d’età e ceto sociale: è chiaro che anche gli amministratori pubblici – dal parlamento alla giunta comunale – sono interlocutori a cui le iniziative politicamente scorrette si rivolgono.

Infatti, può non piacere rendersi conto che, a venticinque anni di distanza dalle stragi di Capaci e via D’Amelio, è ancora un fatto che molti comuni in Italia siano commissariati per infiltrazioni mafiose; che ad Ostia è possibile che un giornalista riceva una testata da uno dei membri della mafia locale; che neanche l’Emilia-Romagna, e nello specifico Reggio-Emilia, è esente dalla presenza della ‘Ndrangheta calabrese. Tutte realtà che ci disturbano, sono scomode e sarebbe più facile ignorare, salvo che eventi di cronaca non le riportino immediatamente sotto i riflettori ed in apertura dei telegiornali. È invece necessario che se ne discuti regolarmente e questo accadrà dal 21 al 26 novembre, in diversi appuntamenti e con ospiti coinvolti nella lotta alla mafia o che mafiosi lo sono stati, come la pentita Cristina Pinto ovvero ‘Nikita’.

Marta Campa

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