Riunione di conferma, parlamentarie, giornalista del fuorionda indagato e minacce di morte. Sono i temi affrontati nell’intervista con il consigliere regionale del Movimento a 5 Stelle Giovanni Favia.

Non passa giorno senza una notizia che riguarda il Movimento a 5 Stelle. Forse è la forte crescita della formazione politica nei sondaggi, forse sono le crepe sottolineate dai media che ogni tanto appaiono sulla facciata del movimento. In ogni caso si parla sempre più spesso della compagine ispirata dal comico genovese Beppe Grillo.

Ad affrontare in diretta ai nostri microfoni i diversi temi che riguardano il movimento è stato Giovanni Favia, consigliere regionale e ormai icona politica.
Favia, insieme al collega Andrea De Franceschi, saranno impegnati questa sera nella riunione semestrale di conferma del proprio operato. Una votazione che, dopo il successo nelle altre città, avverrà a Bologna nella sala del Centro congressi di Italia 7 Gold di via dell’Arcoveggio.

Le “parlamentarie”. Oltre al bilancio semestrale, questa sera l’assemblea avrà anche lo scopo di presentare i candidati alle “parlamentarie“, le elezioni primarie on line del M5S per designare la squadra che correrà per elezioni politiche. La consultazione è stata finora segnata da problemi tecnici sul sito e dalle polemiche per gli esclusi eccellenti.
“L’esclusione penso sia dovuta ad un problema tecnico – sostiene il consigliere regionale – il loro lavoro è stimato e apprezzato e credo che i loro nomi vengano inclusi presto”.

Le indagini al giornalista del fuorionda. È di ieri la notizia che Gaetano Pecoraro, il giornalista di Piazzapulita (La7) autore del celebre fuorionda in cui Favia criticava Grillo e Casaleggio, è indagato per violazione della privacy. Favia, in una precedente intervista su Radio Città Fujiko, aveva sostenuto di non essersela presa col giornalista per i problemi che inevitabilmente gli ha causato, ma ora l’indagine è scattata proprio per due querele effettuate dal consigliere regionale.
“Sono stato costretto a presentare le querele – spiega Favia – perché ha preso corpo la voce che il fuorionda fosse concordato. Quest’accusa infamante poteva essere smentita solo con le due querele. È il bivio a cui mi ha posto di fronte l’avvocato”.

Le minacce di morte. Criticare Grillo o Casaleggio può diventare, almeno in teoria, molto pericoloso. Almeno può esserlo per Federica Salsi, consigliera comunale M5S, che dopo gli attacchi di Beppe Grillo (il “punto G”) per la sua partecipazione a Ballarò, ha ricevuto minacce di morte da un sostenitore grillino (o presunto tale).
“Sono 4 o 5 deficienti che si nascondono dietro dei nick name – minimizza Favia – Le minacce vanno stigmatizzate, ma le modalità del movimento sono diverse, sono fatte di partecipazione e confronto”.