Ad un anno dalle prossime elezioni di stato la cancelliera tedesca Angela Merkel deve fare i conti con i risultati delle elezioni regionali, che la vedono sconfitta in Meclemburgo, patria politica del leader del partito cristiano-democratico Cdu.

Nelle elezioni regionali in Meclemburgo il partito Cdu della cancelliera Angela Merkel, col 19,0% dei voti, e’ stato superato dai populisti di destra anti-migranti dell’alternativa per la germania (afd) che hanno ottenuto il 20,8%. A vincere e’ stato il partito socialdemocratico, con il 30,6% dei voti. La Cdu ha dunque perso 4,0 punti rispetto alle precedenti elezioni del 2011, quando gia’ aveva avuto il peggior risultato di sempre in Meclemburgo, e la Spd 5,0.
Un risultato importante soprattutto a livello politico, che sembra condannare la decisione di aprire le frontiere tedesche ai profughi bloccati in Ungheria presa dalle cancelliera tedesca esattamente un anno fa.
“Indubbiamente la questione della gestione della crisi migranti è stato il tema principale della sfiducia nei confronti del sistema Merkel – conferma Stefano Bossi, il nostro corrispondente – È stata un’elezione guidata più da questo clima di sfiducia, di rabbia e di paura di un cambiamento che non da dati oggettivi e sensibili”.
Anche le parole della leader del partito xenofobo Afd, Frauke Petry, confermano questa analisi. Già ieri sera infatti Petry dichiarava: “Tutta colpa della catastrofica politica sull’immigrazione di Angela Merkel. Tutti i partiti sono stati bocciati perché per troppo tempo non hanno ascoltato gli elettori”.

Se da una parte le elezioni in Meclemburgo sono state definite dal quotidiano Sueddeutsche Zeitung un “massacro con la sega elettrica” che ha tagliato i consensi di tutti i partiti, ad essere in crescita non sono solo gli elettori dell’Afd, ma anche l’affluenza stessa alle urne. Infatti sono andati a votare il 61% degli aventi diritto, contro il 50% della scorsa tornata elettorale.
“Come si può notare dal grande aumento dell’affluenza – spiega Bossi- questo partito che sta crescendo negli ultimi anni deve il suo successo anche a tutti i non votanti che erano rimasti assopiti e che di fronte ad un cambiamento di scenario dovuto a vari fattori internazionali, per paura di vedere compromessa la propria condizione economica e la propria stabilità all’interno della società tedesca, hanno deciso di votare un partito che, a parole, gli ha dato una sicurezza: la sicurezza del non cambiamento”.

La prossima sfida per il partito della Merkel sarà tra due settimane, quando a Berlino si voterà per eleggere il parlamento della città-regione. “Se anche lì l’Afd si attestasse a livelli del 20% come a Meclemburgo – commenta Bossi- dal punto di vista mediatico sarebbe preoccupante. Berlino infatti è una città molto aperta, con una forte mentalità di accoglienza, ed è la capitale della Germania, quindi ha un valore simbolico molto alto.
Per quanto riguarda le elezioni di stato che si terranno a settembre del 2017, secondo Bossi è difficile immaginare quale potrebbe essere lo scenario tra un anno. “Sicuramente il trend non è da sottovalutare -conclude il nostro corrispondente – i partiti tradizionali dovrebbero cominciare a cercare di dare sicurezza agli elettori e iniziare a parlare di cose più concrete piuttosto che di ideali, perchè a quanto pare al bacino di elettori che prende l’Afd non importa molto degli ideali”.

Anna Uras