Interruzioni da parte dei comitati e discussione ad oltranza per il voto sulla delibera della fusione tra le due multiutility. E in Consiglio irrompono anche gli esercenti di via Petroni.

È stato un pomeriggio di passione quello dei consiglieri comunali di Bologna, che ieri sono stati chiamati a votare la delibera sulla fusione tra Hera ed Acegas.
La seduta è cominciata alle 13, ma già da prima a Palazzo D’Accursio si sapeva che nella sala del Consiglio avrebbero presenziato i cittadini che sostengono la battaglia per l’acqua pubblica.

Pochi minuti dopo l’avvio dei lavori, quando si è iniziato ad affrontare il tema della fusione delle due multiutility, dalle sedie riservate al pubblico si sono alzati striscioni e cartelli per la democrazia e contro la fusione (leggi le motivazioni).
Alla presidenza del Consiglio, dunque, non è rimasto altro che sospendere la seduta. Stesso copione si è ripetuto più tardi, ma questa volta è stata tentata una trattativa con i comitati, risoltasi con un nulla di fatto.

Alle ragione dei referendari dell’acqua, poi, nel corso del pomeriggio si è aggiunta la veemente protesta degli esercenti di via Petroni, contrari alla nuova delibera, emanata la settimana scorsa, sugli orari della strada cittadina. E dunque è arrivato il terzo stop.

Da sottolineare come nessun consigliere comunale abbia fatto esplicita richiesta di sgomberare l’aula, opzione prevista dal regolamento comunale. Forse nessuno si è sentito di vestire i panni del censore o forse è indice della divisione interna alla maggioranza su questo tema.
Sel e Idv, infatti, hanno manifestato la contrarietà all’operazione. Contrari anche M5S e il centrodestra, ad eccezione della Lista Aldrovandi, presieduta proprio da Stefano Aldrovandi, ex amministratore delegato di Hera. Scongiurato, invece, il rischio di divisione interna al Partito Democratico, in particolare con l’ala renziana.

Viste le continue interruzioni e il protrarsi del dibattito, con un ingente numero di consiglieri iscritti a parlare e quasi 2500 emendamenti presentati dal Pdl, il capogruppo del Pd Sergio Lo Giudice ha chiesto che i lavori proseguissero ad oltranza, fino alla votazione finale che si è tenuta a mezzanotte.

La fusione tra Hera e Acegas, dunque, è stata approvata di misura, con 19 voti favorevoli contro 17, ma è evidente che c’è una grossa questione politica che pende sulla maggioranza di centrosinistra.