Lavorava per 500 euro al mese, senza contributi e senza diritti, come tirocinante nel fast food di via Ugo Bassi, gestito in franchising da Bologna Family Restaurant, ma la Direzione del Lavoro ha dato ragione alla Filcams Cgil che ha fatto causa per conto del lavoratore: l’azienda dovrà versare i contributi. Il sindacato ora chiederà la differenza retributiva.

Sarà anche sponsor ufficiale di Expo 2015, dirà pure di impegnarsi per “nutrire il pianeta” (come recita lo slogan del maxi-evento), ma Mc Donald’s non è in regola con l’Inps o, meglio, utilizza forme contrattuali improprie per risparmiare sul costo del lavoro.
È quanto si deduce da un provvedimento della Direzione del Lavoro, che ha obbligato l’azienda Bologna Family Restaurant, che gestisce in franchising il ristorante Mc Donald’s di via Ugo Bassi, a versare i contributi per un ex-lavoratore, impiegato con la formula del tirocinio.

La storia è quella di un ventenne, “assunto” per un anno dal fast food del centro come tirocinante. Un lavoro del tutto simile a quello dei colleghi, ma con una retribuzione di gran lunga inferiore, 500 euro al mese per 30 ore settimanali, senza tredicesima, quattordicesima e diritti. Il giovane, infatti, figurava come tirocinante nel punto ristoro, ma per un periodo troppo lungo – quindi improprio – per uno stage.
Il lavoratore è stato anche licenziato anzitempo e, il 31 luglio 2014 scorso, si è rivolto alla Filcams Cgil che lo ha appoggiato nel ricorso all’Ispettorato del Lavoro per chiedere il riconoscimento della natura subordinata del rapporto di lavoro.

Ora la Direzione del Lavoro ha dato ragione ai ricorrenti e Mc Donald’s dovrà versare i contributi. Soddisfatto il sindacato, che rilancia: “Chiederemo che al ragazzo venga riconosciuta anche la differenza retributiva”, spiega Gaia Stanzani della Filcams, che ai nostri microfoni sottolinea anche quanto sia difficile avere la dimensione reale dell’utilizzo di lavoro mascherato da tirocinio nei fast food e nella ristorazione.
“Spesso i lavoratori hanno paura perché il loro contratto è precario – racconta la sindacalista – Speriamo che questa notizia faccia trovare coraggio alle persone, in modo che chiedano quanto spetta loro di diritto”.