Viaggi dal niente al niente: Bjӧrn Larsson presenta il suo nuovo libro, Filosofia minima del pendolare, edito in Italia da Iperborea (traduzione di Andrea Berardini). Tanti episodi che delineano un esistenza in movimento, quella del pendolare: in viaggio da casa all’altrove, in realtà uno spostamento continuo in un perenne non luogo. Uno spostamento tra i temi a lui cari: dal mare all’urbano, dalla barca all’automobile diretta a lavoro. Una sorta di libro di viaggio nel contemporaneo, nelle esistenze rinchiuse nella pandemia e non solo, tra serietà e leggerezza.
«Io, pendolare da quarant’anni»: Bjӧrn Larsson e i suoi (non) luoghi
«Il testimone si sente spesso come un pendolo, anche se crede di sapere che il perpetuum mobile è per principio impossibile, se non nella fantasia. La vita, perlomeno le vite individuali – pensava un giorno sul treno per Lund – è a ben vedere una macchina del moto perpetuo piuttosto difettosa. Si viene al mondo pieni di vita e di movimento. Per un bel pezzo, diciamo un paio di decenni, si è convinti di essere immortali, o ci si comporta come se lo si fosse, soprattutto quando si è giovani e senza figli. Poi però le oscillazioni del pendolo cominciano pian piano a rallentare, all’inizio in maniera quasi impercettibile. E alla fine, inesorabilmente, il movimento si arresta. Un bel giorno il pendolo rimane lì immobile, perfettamente verticale. Un movimento interrotto non lascia tracce», ci dice Larsson nell’incipit a Filosofia minima del pendolare. E, qualche pagina più avanti, aggiunge: «Il viaggio del pendolare, be’, non è un viaggio. Sono tre puntini tra parentesi, che segnalano che è stato omesso qualcosa di insignificante, qualcosa che non valeva la pena di menzionare. Ad andar bene». Un inizio che ci dà l’idea della dimensione di questo diario di viaggi quotidiani: colto, divertente, profondamente empatico nei confronti delle piccole cose.
E proprio di questi tre puntini, di questi viaggi quotidiani, abbiamo parlato con Bjӧrn Larsson in vista della sua presentazione a Librerie.coop Ambasciatori (via degli Orefici, 19), giovedì 20 febbraio alle ore 18. «Il punto di partenza penso non sia soltanto il mio, quanto il fatto che il pendolare fa un viaggio nel vuoto. Normalmente il pendolare fa il massimo per non veder passare il tempo: è un viaggio dal nulla al nulla, non arriva da nessuna parte». Ci ha parlato delle ispirazioni per il suo libro: partito dalla situazione di blocco collettivo per la pandemia di Covid, ha attinto anche dalla propria esperienza di viaggiatore pendolare. «Ho voluto dimostrare che se uno fa attenzione può scoprire cose divertenti e tragiche, e altre piccole cose che dicono della vita della gente».
QUI LA NOSTRA INTERVISTA A BJORN LARSSON: