È nato in Texas ed è senza brevetto. È il vaccino anti-Covid Corbevax, sviluppato da Maria Elena Bottazzi e Peter Hotez nel Centro per lo Sviluppo di Vaccini del Texas Children’s Hospital e Baylor College of Medicine. Bottazzi, che è co-direttrice del centro, ha spiegato le ragioni della scelta durante la trasmissione “37e2” condotta da Vittorio Agnoletto e trasmessa da Radio Popolare.

Corbevax, il vaccino senza brevetto: le ragioni di una scelta

«Il funzionamento di Corbevax è molto simile al funzionamento degli altri vaccini convenzionali, come quello per l’epatite B – spiega Bottazzi ai microfoni di Agnoletto – Si tratta di proteine sintetiche che inducono una risposta immunitaria che neutralizza il virus producendo anticorpi». Dagli studi condotti è emerso che il vaccino non solo previene l’insorgere della malattia grave, ma ha una buona risposta anche nella prevenzione del contagio da persona a persona.

Fino a questo momento Corbevax ha già superato il vaglio di efficacia contro le varianti Alpha, Beta e Delta del Covid, mentre il responso sulla variante Omicron si avrà a giorni.
Tutta la documentazione, inoltre, è stata già trasmessa all’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), che ha cominciato la sua valutazione, ma nel frattempo l’utilizzo di Corbavax è già cominciato in Paesi come l’India e già si sono stipulati accordi con Bangladesh, Indonesia, Sudafrica e Botswana.

Un’altra caratteristica di Corbavax riguarda il costo di produzione. Utilizzando una tecnologia già nota e semplificata rispetto ai vaccini ad mRna, il costo di ogni singola dose potrebbe aggirarsi sui due dollari, anche se la scelta del prezzo viene lasciata al partner produttore, comunque con l’obiettivo di tenere bassi i costi per favorire la sua diffusione in Paesi in via di sviluppo.

«Avete intenzione di chiedere l’autorizzazione anche a Fda ed Ema (le agenzie statunitense ed europea sui farmaci, ndr)», chiede Agnoletto alla ricercatrice.
Ed è qui che si manifesta un paradosso, che ha più a che fare col mercato che con la salute. Il centro di Bottazzi vorrebbe proporre Corbevax anche negli Usa o in Ue, ma per farlo è necessario trovare un produttore locale che finora non è stato trovato, perché il mercato sembra bloccato e tutto orientato sulle scelte di Big Pharma, Pfizer e Moderna in primis.

Bottazzi spiega anche la scelta di non brevettare il vaccino: «Il nostro è un centro privato, ma tra le sue missioni ha quella di portare la miglior ricerca e i miglior risultati per il beneficio della salute della popolazione mondiale. Vogliamo proporre prodotti decolonizzati, che possano essere realizzati dove c’è effettivamente bisogno. Ad esempio noi sviluppiamo anche vaccini per malattie tropicali, realizzandoli dove ci possano essere persone che imparino a farli, trasmettendo anche le tecnologie».

Infine l’appello alle multinazionali che continuano a mantenere i brevetti. «Le multinazionali sono importanti – osserva la ricercatrice – ma ci troviamo in una situazione di emergenza e nessuno chiede loro di cambiare il modo di lavorare. Però hanno un modello di business che non è quello che sarebbe servito per affrontare una pandemia o che servirà per affrontarne altre, che sicuramente ci saranno. Dovrebbero pensare che siamo in un’emergenza e che tutti condividiamo questo mondo».