“1980. L’anno di Ustica” è il titolo del convegno, organizzato dall’Istituto storico “Parri” e dall’Associazione dei famigliari, che si svolgerà il 29 e 30 ottobre all’Archiginnasio. Non si parlerà della strage ma del contesto internazionale in cui si è consumata, che può aiutare ad arrivare alla verità storica.
Ustica 1980: L’incontro dell’Istituto Parri
“Questo convegno non vuole affrontare la vicenda di Ustica, perché il rischio è quello di arrivare a tirarci dietro dei calamai”. Spiazza tutti Luca Alessandrini, direttore dell’Istituto Storico “Ferruccio Parri” nel presentare il convegno “1980. L’anno di Ustica“, che si svolgerà il 29 e 30 ottobre nella sala Stabat Mater dell’Archiginnasio.
Evento conclusivo del programma di commemorazioni del 35° anniversario, il convegno porta in città i più prestigiosi storici e studiosi, che si confronteranno sul contesto storico internazionale e locale che ha preceduto e seguito la strage del 27 giugno 1980, quando l’aereo Dc9 dell’Itavia fu abbattuto con i suoi 81 passeggeri a bordo.
In questo senso, dunque, il convegno non affronterà la strage, ma il contesto e le dinamiche sociali che l’hanno prodotta.
“Vogliamo passare dalla verità alla storia – spiega Daria Bonfietti, presidente dell’Associazione dei parenti delle vittime – e capire cosa stava avvenendo in quel momento nel Mediterraneo”.
Dopo le sentenze che hanno condannato il Ministero dei Trasporti e quello della Difesa e che hanno stabilito che quell’aereo fu abbattuto, ora i famigliari vogliono sapere chi è stato, chi furono gli autori, qual è quella verità indicibile, che a 35 anni non è ancora emersa. “Tutti i cittadini devono saperlo per una questione di dignità nazionale”, sottolinea Bonfietti.
Non sempre, sottolinea Alessandrini, la verità giudiziaria e quella storica vanno di pari passo. Per questo è utile che anche gli studiosi e gli storici analizzino il problema, offrendo le proprie risultanze.
Per questo le due giornate di convegno saranno inaugurate da luminari del calibro di Leopoldo Nuti e Simona Coralizzi, che si occuperanno rispettivamente del contesto internazionale e di quello nazionale, ma molti altri saranno gli interventi che si susseguiranno. Non ultimo quello di Mario Valdacchino, il perito che con le sue indagini balistiche fu utilissimo per il processo.
“È troppo facile dire che un atto di guerra occulta come la strage di Ustica si è compiuto nell’ambito della guerra fredda“, continua il direttore del Parri. Una lettura che resta valida, ma che non è più sufficiente. “Occorre anche entrare nelle dinamiche della guerra fredda, che ha vissuto diverse fasi, e mettere in relazione i diversi contesti”.
Alessandrini anticipa anche alcuni degli scenari che saranno presi in considerazione: l’invasione sovietica dell’Afghanistan dello stesso 1980, l’affacciarsi dei Paesi Arabi sullo scenario internazionale, il ruolo della Libia, dell’Egitto e gli interessi della Francia in Ciad.