Il 26 aprile 1987, viene rappresentato, con successo, in prima assoluta, in coproduzione con Milano Suono, al Teatro Regio di Parma, “Genesi”, sorta di opera-oratorio in 3 brevi atti con parti danzate, con una durata complessiva di poco più di un’ora, di Franco Battiato (1945), musicista poliedrico e pittore.

Esordio “colto” di Battiato (partitura edita da Ricordi), che iniziò a lavorarci nell’83, terminando l’opera 3 anni dopo, primo di una serie di sortite “classiche”, con impiego di tastiere e sintetizzatori elettronici in seno all’orchestra, con voci soliste, tra cui un recitante, ed un coro, amplificate, il lavoro procede fra echi minimalisti, atmosfere sperimentali e rarefatte che rimandano all’avanguardistico degli anni ’70 (non per niente aveva transitato ai Ferienkurse di Darmstadt tenuti da Karlheinz Stockhausen), rimandi pop ed etnici e tracce della tradizione sinfonico-corale sacra nostrana e mitteleuropea, con un paio di citazioni mahleriane affioranti come ectoplasmi e subito dissolventi.

“Genesi” di Battiato

I testi, in parte sono tratti da componimenti arcaici in sanscrito, persiano, greco e turco raccolti ed adattati dallo stesso Battiato, in parte sono originali di Tommaso Tramonti e del musicista siciliano. Anche la trama, impregnata di misticismo e spiritualità, non ha un vero e proprio sviluppo in senso canonico, mirando piuttosto ad esprimere concetti filosofico-religiosi, ricercando al contempo una simbiosi col pubblico o con il singolo ascoltatore.

Traspare, dalle note di commento del disco relativo, anche queste alquanto atipiche, intitolate “Uno sguardo dal ponte (evidentemente Arthur Miller docet, nda) dello Stretto di Messina”, in forma di resoconto d’un discorso, non si sa se reale od immaginario, fatto ad un occasionale compagno di viaggio, una presa di posizione polemica, se non addirittura una decisa forma d’insofferenza di Battiato, nei confronti delle stesse avanguardie storiche che pure aveva bazzicato, almeno per un certo periodo della sua carriera artistica.

Ad un certo punto, afferma: “La musica dodecafonica è stata per la Musica, quello che i filmini pornografici sono per il Sesso.” E più oltre: “Da una qualche parte di me, sorse spontanea una domanda: e il puntillismo dissociativo? E lo strutturalismo integrale? Altrettanto spontanea la risposta: <<patatì patatà>> (un piccolo omaggio a Tommaso Landolfi).

Successivamente chiarisce ancora meglio il concetto: “… avanguardia non è uno spazzolino da denti sbattuto sulle corde di un violino, nè un glissando d’ottoni, nè una provocazione o una ideologia, nè tantomeno la scoperta di armonici artificiali, nè la cronaca sublime della schizofrenia del nostro tempo o, ancor peggio, una rarefatta e raffinata atmosfera cangiante per timbri interstellari, lunari, o come si vuole. Non potrebbe essere invece, un profondo stato dell’essere? Un percepire e riconoscere il disegno delle leggi che governano la materia e la sua evoluzione?”

Nella puntata in onda giovedì 18 febbraio a mezzanotte, verrà trasmessa la registrazione dal vivo di “Genesi”, effettuata al Regio di Parma, il 29 aprile ed il 3 e 5 maggio 1987, per la Fonit-Cetra nella collana “Musica Aperta” (successivamente ristampata per la BMG/Ricordi), con Roberto “Juri” Camisasca al canto e come voce recitante, Louisa Kennedy e Donatella Saccardi, soprani, Vincenzo La Scola tenore e Nicolas Christou baritono. Al computer ed ai campionatori, Filippo Destrieri. Gli Artisti del Coro del Regio, sono diretti da Adolfo Tanzi, con l’Orchestra Sinfonica dell’Emilia-Romagna “Arturo Toscanini”. Maestro concertatore e direttore d’orchestra, Alessandro Nidi.

“Un tocco di classico” va in onda ogni giovedì alle 24, in streaming ed in fm 103.1 mhz.

—- Gabriele Evangelista —-