Fin troppo celebre per i “Carmina Burana”, Carl Orff (1895-1982) compose fra il 1960 ed il 1971, quello che costituisce il suo ultimo lavoro teatrale su ampia scala, la cantata scenica in 3 parti, “De temporum fine comoedia – VIGILIA”, per soli, coro ed orchestra, su testi in latino, greco antico e tedesco. Andata in scena in prima assoluta durante il Festival di Salisburgo, alla Grosses Festspielhaus, il 20 agosto 1973, con la regia di August Everding e le scenografie di Guenther Schneider-Siemssen, ed i complessi della Radio di Colonia diretti da Herbert Von Karajan. Una successiva versione, approntata per la prima a Monaco di Baviera nel ’79, città natale del compositore, viene modificata nell’organico sia vocale che strumentale, in maniera da enfatizzare i testi. Seguirà un’ulteriore revisione nell’81.
Nella versione originale, oggetto della puntata di giovedì 3 febbraio, l’organico orchestrale è dominato dalle percussioni, comprendenti parecchi strumenti esotici. Gli archi sono ridotti a 4 viole ed 8 contrabbassi e sono presenti legni ed ottoni, in aggiunta ad arpe, 3 pianoforti, 2 organi, macchina del vento e nastro magnetico. Poco più di una ventina di voci soliste, 11 maschili e 10 femminili, un recitante, un doppio coro misto ed un coro di voci bianche, completano il tutto, per un’ora abbondante di durata.
Lo stile adottato, con echi di Monteverdi, Byrd e Bach, è ben diverso da quello, assai più immediato ed accattivante, del suo brano più arcinoto. E’ un lavoro pieno di simbolismi, scabro, austero, rarefatto, introverso, ossessivo, a tratti selvaggio, cupamente monocorde, con diversi momenti in cui le voci si esprimono attraverso una sorta di cantato-parlato, persino dal carattere sperimentale direi, senz’altro più ostico e di non facile ascolto, dominato da un’atmosfera apocalittica, con poche relative distensioni. Ma con esso, l’autore sentiva d’aver dato una degna conclusione alla sua carriera musicale.
L’unica incisione discografica esistente a tutt’oggi, è quella proposta in questa sede, realizzata dagli stessi interpreti della prima assoluta a Salisburgo, nel luglio ’73, al Leverkusen-Wiesdorf Forum (tranne l’organo, registrato alla Evangelische Christus-Kirche), con le voci delle 9 sibille di: Colette Lorand, Jane Marsh, Kay Griffel, Sylvia Anderson, Gwendolyn Killebrew, Kari Loevass, Anna Tomowa-Sintow, Heljae Angervo, Glenys Loulis; dei 9 anacoreti di: Erik Geisen, Hans Wegmann, Hans Helm, Wolfgang Anheisser, Siegfried Rudolf Frese, Hermann Patzait, Hannes Jokel, Anton Diakow, Boris Carmeli; col corifeo di Josef Greindl; con Christa Ludwig, contralto solista; con Peter Schreier, tenore solista; con la voce recitante di Rolf Boysen; col Coro della Radiodiffusione di Colonia, diretto da Herbert Schermus; col Coro da Camera RIAS, diretto da da Uwe Gronostay; col Coro dei Piccoli Cantori di Toelz, diretto da Gerhard Schmidt-Gaden; col quartetto di viole composto da: Sigiswald e Wieland Kujchen, Adelheid Glatt, Sara E. Cunningham; l’Orchestra Sinfonica della Radiodiffusione di Colonia, è diretta da Herbert Von Karajan; supervisione musicale di Gerhard Lenssen; regia sonora di Karl O. Koch.
Questa incisione, in coproduzione con la Radiodiffusione della Germania Occidentale in Colonia, uscita per la Deutsche Grammophon nel ’74, venne ristampata in cd nel ’90, nella collana a medio prezzo, “20th Century Classics”.
“Un Tocco di classico” va in onda ogni giovedì alle ore 24, su Radio Città Fujiko, in streaming ed in fm 103.1 mhz.
—- Gabriele Evangelista —-