En el laberinto más hondo del caracol taciturno se unen y repelen los polos de mi espíritu:
TU y TODOS. Los TODOS me exigen la entrega total ¡Que mi sola sombra oscurezca el camino!
Mas sin burlar las normas del amor sublimado, Te guardo escondida en mi alforja de viaje”.

Da questa poesia che Che Guevara scrisse alla moglie Aleida prima della sua partenza in Bolivia, dove fu catturato e assassinato il 9 ottobre 1967, è preso il titolo della mostra che da domani 27 marzo fino al 30 giugno, al Museo Civico Archeologico, vuole restituire una visione storica e umana di Ernesto Che Guevara.
«Non è una poesia scelta a caso. Guevara la registrò in una cassetta poi lasciata alla moglie», spiega il curatore Daniele Zambelli. Ben esprime infatti l’intento dell’esposizione: ricordare l’uomo Guevara, e non il mito che è passato alla storia.

Che Guevara. Tu y todos, la mostra sul rivoluzionario al Museo Civico Archeologico di Bologna

«L’obiettivo della mostra è proprio rendere scalabile un mito per fare in modo che chiunque visiti la mostra possa dialogare con le domande che la testimonianza del Che pone – sottolinea Zambelli – Poi ognuno trova le sue risposte».
Un uomo innamoratissimo di sua moglie e allo stesso tempo un uomo che voleva andare dove i popoli cercavano di “liberarsi” da governi autoritari e capitalisti. «Emerge un uomo molto intenso, pieno di dubbi e maliconie, ma comunque fermo nel porsi la domanda che fare? continua il curatore – Una domanda che qualsiasi uomo di senno dovrebbe porsi davanti ai soprusi e alle ingiustizie. Si può non essere d’accordo con la soluzione rivoluzionaria abbracciata da Guevara, di cui in ogni caso va ricordato il contesto, ma sicuramente la sua vicenda umana permette di uscire dalla propria comfort zone intellettuale».

Il percorso della mostra è basato su tre livelli narrativi, ciascuno dei quali utilizza soluzioni multimediali specifiche e mirate: quello storico e geopolitico, di stampo giornalistico, introduce il visitatore al quadro geopolitico dell’epoca; quello di natura biografica, che presenta materiali d’archivio inediti che ripercorrono gli eventi pubblici e privati del Che; infine quello più intimistico, che si sviluppa attraverso frammenti dei suoi scritti personali, come diari e lettere a familiari e amici, fono alle registrazioni inedite delle poesie che compose per la moglie Aleida. Questo livello rivela i dubbi, le contraddizioni e le riflessioni che caratterizzavano l’uomo dietro al mito.

La mostra è dedicata a Camillo Guevara, figlio scomparso da poco di Che Guevara e fratello di Aleida Guevara March, medico come suo padre, che ha ricevuto nel giugno 2021 a Bari per la 24^ edizione del Magna Grecia Awards un premio per «il suo impegno nella gestione dell’emergenza Covid-19». Proprio sulla gestione del COVID-19 a Cuba ricorda che «sapendo che a causa dell’embargo statunitense non avremmo avuto nessun vaccino, ci eravamo già attivati e abbiamo creato questi vaccini che fortunatamente si sono resi efficaci e hanno funzionato tanto».

ASCOLTA L’INTERVISTA A DANIELE ZAMBELLI: