Il Mago del Sax Tenore incanta il folto pubblico accorso al Jazz Club ferrarese dimostrando che le grandi lezioni di Rollins e Coltrane non sono passate in vanum.
Una delle magie del jazz sta nell’arte dell’improvvisazione, la creazione dell’istantaneo, una pratica che non necessita giustificazione al di fuori da sè, un ever green in lungo ed in largo nei tempi e negli stili.
Una notevolissima esemplificazione di questo “Seize the Time” viene offerta dal concerto del Chris Potter Underground, tenutosi venerdi sera al Torrione Jazz di Ferrara.
La vestale del sacro rito è Chris Potter sassofonista e clarinettista d’eccezione. Con lui Adam Rogers alla chitarra, Firma Ephron al basso elettrico e Nate Smith alla batteria. Il quartetto vive delle intuizioni improvvisative del saxofonista, diviso tra reminiscenze post coltraniene e fraseggi degni del Sonny Rollins d’annata. La musica che sorregge tale individualità si snoda tra momenti funky, ballad, calipso, per finire con una citazione bebop con tanto di quattro quarti batteria/solisti, cosa da un pezzo assente da tanti set.
Probabilmente i due brani più significativi sono stati quelli tratti dall’ultima produzione discografica di Potter “Immaginary City” registrazione composta per largo organico e qui ridotta a dimensione combo.
La fascinazione del grande performer si ripete, trascinando sapientemente il pubblico in un gorgo di emozioni fatte di serrati fraseggi, accenti ripetuti con geometrica lucidità, riff saturi di blues e sonorità ora distese, ora graffianti.
Cerchietto rosso per l’ottimo Adam Rogers, maestro di armonizzazioni alla chitarra, capace sia di sorreggere al meglio il sound generale con i suoi originali accordi in fase di accompagnamento, sia di impegnarsi creativamente in assoli di grande personalità.
Certamente brilla meno l’altra metà del cielo del gruppo: non pervenuto Firma Ephron, probabilmente sparring partner preso a gettone, che ha timbrato il cartellino limitandosi a seguire pedissequamente le linee
di basso e Nate Smith, più preso a creare un drumming energico che a colorire le mille opportunità offerte alla sezione ritmica dai due impareggiabili solisti. Da questo tallone d’Achille nascono forse gli unici momenti di stallo del set, ripagati peraltro con gli interessi da momenti di impareggiabile trasporto emotivo.
The Art of Improvisers ha conquistato il pubblico del Torrione Jazz Club di Ferrara, riempito in ogni ordine e grado come nelle grandi occasioni.
Finora la biglietteria ha risposto positivamente ad un cartellone fatto anche di scelte di qualità a discapito dell’ovvio: la dimostrazione che, lavorando con passione, intelligenza e costanza, …. “Si Può Fare!!!!”