Lunedì prossimo, 7 aprile, a Bologna ci sarà lo sciopero del personale dei servizi educativi. A proclamarlo sono, in modo unitario, sei sigle sindacali che esprimono rsu – Cgil, Cisl, Uil, Cobas, Adi e Cse – all’interno di uno stato di agitazione per diverse questioni che attengono l’organizzazione del servizio e le condizioni lavorative.
La novità, però, sta nel fatto che educatrici ed educatori, insegnanti, operatrici e operatori, pedagogiste e pedagogisti hanno scritto una lettera alle famiglie per spiegare le ragioni dello sciopero, scusarsi per il disagio e chiedere il coinvolgimento e il sostegno della cittadinanza.
Educatrici e insegnanti dei servizi educativi scrivono alle famiglie: «Uno sciopero per la qualità del servizio»
«Care famiglie – si legge nel testo della lettera – siamo il personale dei servizi educativi dell’infanzia che giorno dopo giorno lavora per dare a voi e ai vostri bambini e bambine la massima qualità e cura. Stare quotidianamente con loro è un privilegio a cui portare rispetto e attenzione. Tuttavia, questo aspetto viene messo a dura prova da diversi anni, da questa Amministrazione Comunale».
Alla base del ragionamento c’è il fatto che il lavoro svolto non è come tutti gli altri. Dalla qualità del lavoro, infatti, dipende la qualità del servizio erogato in un settore così delicato come quello educativo.
La lista delle rivendicazioni dello sciopero è lunga. Dalla carenza del personale alle differenze di contratto e retribuzione tra lavoratori con la stessa mansione, dalla mancanza di sostituzioni in caso di assenza di personale, aumentando così il rapporto numerico previsto per legge e costringendo la riorganizzazione dell’attività la mattina stessa. «Avere un alto tasso di part time involontari – si legge ancora nella lettera – impedisce ai lavoratori di offrire la continuità educativa che invece va garantita ai bambini e alle bambine perché noi diventiamo veri e propri punti di riferimento e non garantisce quella stabilità necessaria a programmare le attività quotidiane. E ancora non avere sufficiente aiuto in più sui bambini in attesa di certificazione, lavorare in strutture vecchie e malandate».
Tra i punti, spiega ai nostri microfoni Nico Maman, delegato della Cgil, c’è anche la vecchia questione delle aperture a luglio, quando fa molto caldo e il personale è provato dall’anno scolastico. «Chiediamo che venga aumentata l’incentivazione e che il personale sia su base volontaria», osserva il sindacalista.
Il confronto con l’Amministrazione non ha finora dato i risultati sperati. «Spesso minimizza i problemi che solleviamo – racconta Mamam – oppure ci viene detto che non ci sono le risorse. Personalmente vedere che in Europa si trovano miliardi per le armi, mentre i servizi pubblici come la sanità o la scuola sono in sofferenza fa venire rabbia».
Lo scatto dello sciopero del 7 aprile, però, è appunto rappresentato dal dialogo diretto con le famiglie di bambini e bambini. A loro si chiede, oltre alla pazienza per il disagio prodotto dalla chiusura del servizio per una giornata, anche sostegno.
«Mai come in questo momento abbiamo bisogno di voi – si legge nella lettera – Vi invitiamo quindi a partecipare prima all’assemblea pubblica indetta il giorno 3 aprile p.v. dalle 15 alle 18 nel cortile d’onore a Palazzo d’Accursio in cui spiegheremo a voce le ragioni dello sciopero e sarà l’occasione per preparare insieme ai “nostri” bambini, cartelloni, striscioni, slogan in vista dello sciopero del 7 aprile 2025».
ASCOLTA L’INTERVISTA A NICO MAMAN: