Sono proteste nate in modo indipendente e autonomo, ma coincidono nel giorno: venerdì 29 novembre sarà sciopero generale sia di Cgil e Uil che dei sindacati di base Sgb, SiCobas, Cub e Cobas. Due mobilitazioni che hanno al centro i provvedimenti del governo Meloni, in particolare la legge di Bilancio e i tagli al welfare.
Il sindacalismo di base si ritroverà in piazza XX settembre, mentre Cgil e Uil partiranno da Porta Lame per raggiungere piazza Maggiore.
Lo sciopero generale di Cgil e Uil
La manifestazione regionale di Cgil e Uil per lo sciopero generale avrà il concentramento alle 9.00 a Porta Lame. Da lì partirà il corteo che alle 10.30 raggiungerà Piazza Maggiore per i comizi dal palco alla presenza del segretario nazionale della Cgil Maurizio Landini.
«La legge di Bilancio inaugura sette anni di austerità fatti pagare tutti a lavoratori e pensionati – osserva ai nostri microfoni Massimo Bussandri, segretario della Cgil dell’Emilia-Romagna – E, per ciò che riguarda il nostro territorio, mancano completamente i fondi per la ricostruzione dell’alluvione». «Non è uno sciopero politico, ma uno sciopero di merito – aggiunge Marcello Borghetti, segretario regionale della Uil – Nella manovra non c’è nulla per recuperare il potere d’acquisto eroso dall’inflazione».
Cgil e Uil scioperano per aumentare salari e pensioni, finanziare sanità, istruzione e servizi pubblici e investire nelle politiche industriali. In particolare si chiede di prendere i soldi dove ci sono, cioè dagli extraprofitti, dalle rendite, dalle grandi ricchezze e dall’evasione fiscale, ma anche di rinnovare i contratti nazionali di lavoro pubblici e privati e di rivalutare pienamente le pensioni. Anche il tema della sicurezza sul lavoro trova spazio nella piattaforma, con la richiesta di cambiare la legislazione, anche quella sulla precarietà. Infine si chiede il ritiro del ddl Sicurezza, che di fatto criminalizzerebbe ogni forma di dissenso.
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Lo sciopero generale di Sgb, SiCobas, Cub e Cobas
I sindacati di base scenderanno in piazza insieme a realtà come Giovani Palestinesi e Plat e la piattaforma dello sciopero contiene numerose rivendicazioni, a partire dal fermare la guerra e l’economia di guerra. Il sindacalismo di base si schiera inequivocabilmente a fianco del popolo palestinese resistente e, sul piano interno, chiede di aumentare salari e pensioni, respingere i tagli a sanità, scuola e trasporti, garantire salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, impedire lo scippo del tfr, difendere l’ambiente e l’integrità dei territori, rilanciare l’edilizia popolare, favorire le libertà sindacali nei luoghi di lavoro“.
«L’opposizione alla partecipazione del nostro Paese alle guerre è un’opposizione propedeutica alle rivendicazioni di tipo sindacale», osserva ai nostri microfoni Massimo Betti di Sgb nel sottolineare i punti centrali della protesta, come la questione salariale e la precarietà.
Il sindacalismo di base ha raccolto un’appello lanciato dalle realtà solidali con il popolo palestinese, che il giorno successivo, sabato 30, saranno in piazza a Roma per una manifestazione nazionale.
Venerdì 29 novembre, invece, a Bologna i sindacati di base si danno appuntamento alle 9.30 in piazza XX settembre.
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