Si intitola “Prima del Pratello” l’esposizione del progetto didattico omonimo realizzato in collaborazione con l’Istituto Penale per i Minorenni “Pietro Siciliani” di Bologna, il Centro per l’Istruzione degli Adulti CPIA 2 metropolitano di Bologna “Eduard C. Lindeman” e il Museo Civico Archeologico, in cui dal 4 dicembre al 6 gennaio 2025 è allestita la mostra.
“Prima del Pratello” è un progetto didattico sperimentale, il cui obiettivo è stato promuovere l’incontro tra giovani detenuti e l’archeologia.
Un viaggio nell’antica Felsina per i giovani detenuti del Pratello
L’iniziativa ha avuto impulso dai Servizi educativi del Museo Civico Archeologico ed è stata accolta dalla direzione dell’Istituto Penale per i Minorenni “Pietro Siciliani” e dalle docenti del Centro per l’Istruzione degli Adulti CPIA 2 metropolitano di Bologna “Eduard C. Lindeman”. Nasce in realtà nel 2019, ma a causa dell’emergenza sanitaria si è ripresa la progettazione recentemente. Tutto si è svolto in cinque incontri durante il 2ª periodo dell’anno scolastico 2023/2024 dell’IPM.
«L’idea di questo progetto è legata al fatto che via del Pratello e i suoi dintorni sono, da un punto di vista archeologico, molto importanti – racconta Anna Dore, responsabile Servizi educativi del Museo Civico Archeologico – perché sono la zona delle testimonianze più chiare del più antico abitato etrusco di Bologna. La coincidenza di questo dato archeologico e del luogo dove sorge l’Istituto Penale Minorile ci ha fatto pensare che poteva essere un chiave per creare un progetto didattico ad hoc per l’Istituto, seguendo una linea, che da tempo è quella di tutti i musei civici di Bologna, di un’attenzione particolare all’aspetto sociale del museo e all’abbattimento di qualsiasi tipo di barriera. In questo caso sono persone che non possono entrare al museo, quindi l’idea era di dire “proviamo a entrare noi”».
Così, i dieci ragazzi coinvolti, di età dai 16 ai 20 anni, sono stati guidati in un percorso di scoperta delle principali fasi del lavoro dell’archeologo a partire dalla conoscenza della storia antica del Pratello e hanno appreso come materiali apparentemente poco significativi raccontino modi di vita e aspetti di un’epoca antica. I giovani, hanno sperimentato in prima persona la sequenza delle operazioni preliminari all’esposizione dei reperti all’interno del museo; affiancati dal personale del museo, hanno, cioè, eseguito operazioni di restauro, schedatura e studio, redazione delle didascalie, allestimento.
Dore spiega che i reperti sono ritrovamenti di scavi della fine dell’Ottocento, e attraverso le diverse fasi di lavoro ne hanno ricostruito la storia per arrivare, poi, all’allestimento della mostra. Conclude, infine, dicendo che il bilancio è «molto positivo, i ragazzi hanno lavorato con molta curiosità, ci hanno accolto molto bene e siamo stati accompagnati con grande competenza dalla loro docente Claudia Merighi e anche dal responsabile dei Progetti educativi del Pratello. Per noi è stata un’esperienza bella e coinvolgente».
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