“Prima che chiudiate gli occhi” è il romanzo d’esordio di Morena Pedriali Errani, un’opera il cui titolo emblematico spiega già molto del perché è stato scritto: «attraverso le pagine del libro volevo raccontare la storia della memoria dimenticata del popolo sinto, della Resistenza, perché quando si parla di noi si parla sempre in chiave di vittime, ma siamo figli della Resistenza» descrive Morena Pedriali Errani.

Un racconto di Morena Pedriali Errani per non dimenticare la storia del popolo sinto

L’autrice Morena Pedriali Errani ha 27 anni, nata e cresciuta a Ferrara, viene da una famiglia sinta e circense. È a sua volta artista circense, attivista per le minoranze romanì e parte del team Comunicazione di Movimento Kethane, associazione che combatte la discriminazione del popolo rom e sinta.

Morena Pedriali Errani ha deciso di raccontare nella sua opera la storia di una ragazza di nome Jezebel, una ragazza sinti come lei, che vive però nel pieno del ventennio fascista, per far conoscere attraverso la sua vita la cultura sinti.

Jezebel decide di unirsi alla lotta partigiana, per difendere la sua gente, nella speranza di far parte di un gruppo che possa mettere fine all’orrore della guerra. La storia di Jezebel è il canto di un popolo inascoltato, tenuto ai margini, su cui mai si volge lo sguardo. «Nel libro c’è la volontà individuale e collettiva di recuperare la memoria perduta. La protagonista è una pluralità di figure prese dalla mia famiglia, anche se la maggiore ispirazione l’ho presa da mia nonna, che è morta dopo una lunga malattia di Alzheimer» racconta la scrittrice.

Scorrendo le pagine del libro si nota inoltre che queste sono intervallate da alcuni canti: «questi intermezzi, che abbiamo deciso di chiamare ‘Cantamento gelido’, riprendendo una filastrocca rom, sono leggende del popolo sinto raccontate a me dalla mia famiglia, che sono uno squarcio sulla nostra cultura per far sì che ci si riesca ad addentrare meglio nel contesto del romanzo» spiega l’autrice.

L’autrice ha già presentato il libro a Bologna presso la Confraternita dell’Uva Libreria indipendente il 4 novembre di quest’anno, ma ha promesso di tornare: «alcune presentazioni con l’anno nuovo saranno all’interno di campi rom e sinti con le comunità e sarà molto bello renderlo una cosa di comunità. A gennaio ci sarà la presentazione al campo sinti di Modena, però ripasserò anche a Bologna».

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