I risultati delle elezioni in Polonia hanno sorpreso un po’ tutti. Il partito della destra illiberale, il Pis di Jarosław Aleksander Kaczyński, rimane il primo partito nel Paese, ma allo stato attuale non ha i numeri per formare un governo. Ad averli, invece, è il leader dell’opposizione, Donald Tusk, ex presidente del Consiglio europeo. La sua affermazione viene letta dagli osservatori come un deciso cambio di rotta in Polonia, un risultato che riavvicinerebbe il Paese all’Europa da cui pareva essersi allontanato.

Tusk potrebbe guidare la Polonia, ma la destra non gli renderà facile la strada

Tuttavia il cambiamento non è rappresenta un’inversione completa di marcia perché, come sottolinea la giornalista di Domani Francesca De Benedetti ai nostri microfoni, Tusk non è certo di sinistra, ma è leader di un partito di centro-destra che in Europa siede nel Ppe.
La stessa giornalista, inoltre, mette avverte sugli ostacoli che Tusk potrebbe trovare sulla sua strada, perché il Pis potrebbe non essere così propenso ad accettare i risultati.
«Uno dei leader dei neofascisti di Konfederacja – osserva De Benedetti – che dichiara che Tusk, per governare, deve tener conto che avrà contro il presidente della Repubblica, la Corte costituzionale e la tv pubblica. Questo per dare l’idea che siamo in un sistema che il Pis ha cucito a sua immagine e somiglianza e ora l’opposizione deve pentrarlo».

In ogni caso le urne hanno dato una risposta chiara di rifiuto a quel sistema. «La tattica dei sussidi del Pis non bastava più – continua la giornalista – a un Paese che intanto si vedeva la scuola e la sanità smantellate e tante ingiustizie e corruzione».
In questo senso, un contributo fondamentale per l’arresto della destra è arrivato dai giovani, che hanno alzato la percentuale di affluenza alle urne e hanno votato per l’opposizione. «Mi piace pensare e ci sono buoni motivi per farlo – sottolinea De Benedetti – che anche quelle ondate di protesta per il diritto all’aborto e per uno Stato laico che hanno animato il Paese dal 2020 in poi abbiano fatto maturare nuove generazioni che non si riconoscono più in figure ultraconservatrici».

ASCOLTA L’INTERVISTA A FRANCESCA DE BENEDETTI: