Con “Pendolaria 2013” l’associazione ambientalista vuole accendere i riflettori sui disagi quotidiani dei pendolari. E promuove il manifesto “Siamo tutti sullo stesso treno” e l’appello ai sindaci: “Provate per un giorno”. In Emilia Romagna 460 treni cancellati al mese.

460 treni cancellati ogni mese, 3700 da gennaio ad agosto del 2013. Per non contare i ritardi o il riscaldamento che non funziona. Sono questi alcuni numeri dell’odissea quotidiana cui sono costretti i pendolari che si muovono in treno. Problemi e disagi che non rendono molto accattivante il trasporto pubblico e che sottopongono i viaggiatori a forti stress.
Per accendere i riflettori su questo problema, Legambiente Emilia Romagna dà vita a “Pendolaria 2013“, una campagna incentrata sul trasporto pendolare che quest’anno presenta un manifesto, intitolato ironicamente “Siamo tutti sullo stesso treno” e chiede ai sindaci di provare in prima persona cosa vuol dire essere pendolari.

Un primo appuntamento è fissato per lunedì, quando Legambiente presenterà un dossier con i dati della vera e propria odissea che vivono anche i pendolari dell’Emilia Romagna, mentre nei giorni a seguire si cercheranno di coinvolgere i primi cittadini, per farli schierare dalla parte dei pendolari e chiedere un maggior impegno sul trasporto pubblico locale su ferro.
“Per quel che riguarda le infrastutture locali – osserva Lorenzo Frattini, presidente regionale dell’associazione – ci sono ben 5 progetti autostradali, a testimonianza che da parte della Regione forse non c’è una vera e propria volontà di disincentivare il trasporto su gomma”. L’associazione è critica anche verso il nuovo appalto per il trasporto ferroviario, che affiderebbe per ben 15 anni il servizio, rendendo poi difficile intervenire in caso di disservizi.

Al governo, l’associazione ambientalista chiede invece di aumentare e dare certezze alle risorse per il servizio ferroviario pendolare, consentendo la programmazione degli investimenti per i prossimi anni. Di investire prioritariamente nelle infrastrutture nei nodi urbani, per risolvere i problemi dei treni pendolari di sovrapposizione di flussi nazionali, merci, locali. Di riprendere finalmente il progetto 1000 nuovi treni per i pendolari e permettere di avere finalmente treni moderni e adeguati alla domanda di mobilità. Di fare in modo che la nuova Autorità per i trasporti garantisca i diritti dei cittadini che prendono i mezzi pubblici e che vigili sulla trasparenza e le previsioni dei Contratti di servizio, nell’interesse del diritto alla mobilità dei pendolari.