Col ritorno del maltempo a temere quanto accaduto a maggio scorso in Romagna sono altre zone della regione. Ma il maltempo, con fenomeni estremi e precipitazioni intense dovuti alla crisi climatica, sta riguardando diversi territori del nord Italia, tra cui la Lombardia e il basso Trentino.
Un violento temporale si è abbattuto la scorsa notte su Milano e sulla Brianza e ha provocato l’esondazione del fiume Seveso. Al confine con l’Austria, l’autostrada del Brennero è stata chiusa in direzione nord per una frana che si è abbattuta nella notte sull’arteria su territorio austriaco. Ieri, invece, un ponte sul Taro, a Ozzanello nel comune di Terenzo (Parma) è parzialmente crollato a causa della piena del fiume. Esondazioni, allagamenti e problemi dovuti al maltempo hanno riguardato anche la provincia di Piacenza.

Ultima Generazione chiede il Fondo Riparazione per i danni della crisi climatica

Memori di quanto accaduto in Romagna e a fronte dei nuovi fenomeni estremi della crisi climatica, attiviste e attivisti di Ultima Generazione hanno lanciato una campagna per l’istituzione di un “Fondo Riparazione“.
«Si tratta di un fondo pubblico di 20 miliardi di euro, sempre disponibili per essere utilizzati quando avvengono fenomeni estremi per aiutare le persone a ricostruire le proprie case e le proprie attività economiche distrutte – spiega ai nostri microfoni Aldo di Ultima Generazione – E vogliamo anche che le persone colpite possano decidere come usare quei soldi».

Da un lato la frequenza crescente dei fenomeni estremi legati alla crisi climatica, dall’altro il tradimento o il ritardo nelle promesse dello Stato nei confronti dei ristori alle popolazioni colpite hanno persuaso Ultima Generazione della necessità del Fondo Riparazione, che però non dovrebbe essere alimentato con risorse sottratte al sociale, ma con soldi recuperati dalle spese militari, dagli extra-profitti delle aziende del fossile o da stipendi d’oro e bonus dei manager pubblici.

Nella bozza di legge di bilancio il governo Meloni ha introdotto una norma che prevede l’obbligo per le imprese di sottoscrivere un’assicurazione contro i danni provocati dalla crisi climatica.
Una misura che ad attiviste e attivisti non piace. «Il problema dell’assicurazione è che la paga il cittadino o l’impresa – sottolinea Aldo – Il sostegno che prevede il governo andrebbe alle compagnie assicurative, quindi non è un sostegno alle assicurazioni. Quello che noi chiediamo è che i fondi vadano direttamente ai cittadini e che questi possano decidere come usare questi soldi».

ASCOLTA L’INTERVISTA AD ALDO DI ULTIMA GENERAZIONE: