Ieri sera gli studenti e le studentesse di Scienze Politiche hanno occupato la sede di palazzo Hercolani, accodandosi a quanto successo in altre facoltà italiane, che protestano contro il massacro del popolo palestinese e contro la presenza di accordi fra l’Alma Mater con aziende che operano nel settore militare.
L’ateneo della nostra città ha infatti siglato vari accordi di tale natura: dal NATO model event, volto a formare il futuro personale dell’alleanza atlantica, agli accordi di tirocini curriculari presso organizzazioni come la Marina militare, passando ad una partnership con Leonardo per la ricerca. Leonardo, che ricordiamo è un’azienda che prevede una partecipazione israeliana.

Palestina

Basta agli accordi militari: la solidarietà degli universitari con la Palestina

«Abbiamo occupato il dipartimento di Scienze Politiche rispondendo all’appello fatto in primis dalle Università palestinesi per manifestare contro quanto sta succedendo in Palestina e contro gli accordi che l’Università di Bologna ha con aziende dell’industria bellica» racconta ai nostri microfoni Filippo, membro del collettivo Cambiare Rotta, protagonista della protesta.

«Le nostre rivendicazioni sono chiare: un taglio dei collegamenti che l’Alma Mater ha sia con il mondo accademico israeliano, sia con il mondo dell’industria bellica- aggiunge Luca, altro membro di Cambiare Rotta- Vogliamo che l’Università di Bologna prenda posizione a favore del popolo palestinese. Proponiamo poi l’istituzione di una commissione ad hoc, interna all’Ateneo, che abbia il compito di monitorare gli accordi economici siglati, con la facoltà di rescinderli nel caso coinvolgano aziende belliche, o operanti in settori non conformi a quelli universitari».

Palestina

La protesta prevede già altri appuntamenti: un primo il 17 novembre, giornata di mobilitazione nazionale dalle scuole e università per troncare ogni rapporto di collaborazione e complicità, a partire dai vari atenei, con Israele; un secondo, il 19, a Roma, per l’assemblea nazionale del boicottaggio ad Israele; infine una terza manifestazione, qui a Bologna, in cui gli studenti protesteranno nella plenaria del Senato Accademico del 21 novembre.

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