Sabato 8 Marzo (h 16.30) Afternoon Tunes prende il treno e intervista i Midlake in occasione della loro unica data italiana al Tunnel di Milano. Ritorna poi in studio a presentare il nuovo disco dei Lume! Ascolta le interviste a fine pagina.

Midlake

La band texana, senza dubbio una delle realtà indie più interessanti ed entusiasmanti dell’ultimo decennio, autrice di un suono capace di coniugare il folk inglese di gruppi come Fairport Convention con il rock degli anni ‘70, torna finalmente in Italia dopo anni di assenza per presentare il nuovo album Antiphon in uscita il 4 novembre sempre per Bella Union/cooperative.

Composta da cinque musicisti che si sono conosciuti alla North Texas School of Music, la band esordisce nel 2001 con il primo Ep, Milkmaid Grand Army, che vende un migliaio di copie a livello locale. Nel 2004 vede la luce il primo vero album del gruppo, Bamnan and Slivercork, fortemente influenzato dalla psichedelia di band come Grandaddy e Flaming Lips, e prodotto in Inghilterra da Simon Raymonde (Bella Union), che permette al gruppo di varcare i confini nazionali grazie ad un lungo tour in Europa che li conoscere ad un pubblico più vasto.

Le sonorità psichedeliche del primo album vengono poi abbandonate nel secondo disco, The Trials of Van Occupanther , che riporta la band verso uno stile più vicino alle ballate folk rock degli anni settanta proponendo come prima fonte di ispirazione primaria la musica di Neil Young, e di Crosby Still e Nash, e che consacra il quintetto ad un successo planetario grazie al trionfo dello splendido brano “Roscoe”, recentemente posizionato al15esimo posto nella classifica di BBC 6 Music delle migliori 100 canzoni dell’ultimo decennio.

Nel 2010 i Midlake pubblicano The Courage Of The Others e se il lavoro precedente era stato fortemente influenzato dal dal pop rock dei primi anni 70 da Neil Young ai Fleetwod Mac, The courage of Others guarda invece al folk inglese delle fine degli anni 60 di band come Fairport Convention, Pentangle e Steeleye Span, dando vita quindi a un suono più cupo, misterioso e meno immediato di quello dell’album precedente.

Dopo l’uscita dal gruppo nel 2012 di Tim Smith, la band oggi è composta da Pulido (vocals, guitars, keyboards) Paul Alexander (bass, keyboards, bassoon, guitars, backing vocals), McKenzie Smith (drums, percussion) Eric Nichelson (guitars, autoharp), Jesse Chandler (keyboards, piano, flute, backing vocals) e Joey McClellan (guitars, backing vocals). Nonostante in principio l’uscita di Tim dalla band sia stata destabilizzante per tutti ed abbia modificato i ruoli e gli approcci dei singoli musicisti, oggi, come afferma Pulido, attuale frontman della band, con Antiphon nasce un nuovo equilibrio che esprime alla perfezione un mondo sonoro, onesta rappresentazione dei Midlake come band nella loro totalità e non come volontà di un singolo. Antiphon dunque segna un ulteriore passo avanti nel percorso musicale della band texana, dando vita ad una nuova realtò familiare eppure totalmente nuova in cui il suono si fa meno folk e più rock, più ricco e dinamico, influenzato dalla psichedelia e dai gusti vari e complessi di tutti i Midlake.

LUME

Un Lume si accende nel buio, e ne nasce musica. Si chiama proprio così, Lume, il nuovo progetto di Franz Valente (Il Teatro degli Orrori), Anna Carazzai (Love in Elevator) e Andrea Abbrescia, che dà alle stampe il primo disco su etichetta Blinde Proteus.
“Lume” è un lavoro che trae origine dalle idee nate durante l’ultimo tour dei Love in Elevator – che vedeva i tre coinvolti – più il materiale di Franz – qui al basso, alle chitarre e alla voce in molti pezzi, oltre che alla solita batteria.

Un disco chiaroscurale, non volutamente rock anche se animato da questa attitudine, e spostato sulla melodia e su cambi di dinamica repentini. A dominare sono i contrasti, prima di tutto quello fra luce e buio, che mescola un suono chitarristico “aperto” e tipicamente anni ‘90 alle ombrosità di atmosfere magiche e inconoscibili, alternando in questo modo pezzi più oscuri ad altri più solari, o brani più visionari ad altri più da festa. Ma “Lume” è anche un disco che funziona preso per singoli episodi, dato che ogni canzone è diversa e a sé stante dalle altre, pur essendo accomunata da un mood comune e da una stessa direzione di suono.

“Lume” è stato mixato da Marco Fasolo (Jennifer Gentle), che con la sua mano spiritata ha estratto colori psichici e fatati dall’“oscurità luminescente” della band. Il drumming e gli arrangiamenti di Franz sfociano in poliritmie su riff mantrici ipnotici e risentono di una certa attitudine wave, mentre la voce di Anna assume sembianze d’incanto. Il tutto è attraversato da un’aurea magica, mentre i testi parlano di demoni, fantasmi e abitanti di un mondo paradisiaco evocando vicende che in forma di metafora parlano del flusso energetico in cui sentiamo di navigare.

D’altro canto la luce e l’ombra non potrebbero esistere se una delle due, all’improvviso, scomparisse. Ed è proprio su questo contrasto, a pensarci bene, che si basano le nostre vite. La luce della ragione che chiarisce, mette ordine ed incanta. Il buio dell’irrazionalità, dove tutto può succedere e crearsi, pauroso ma affascinante. Da questo sottile equilibrio nasce il Lume, raggio di luce che tutti cerchiamo ogni giorno e da cui ci rifugiamo la notte.