Le nuove maestre delle materne comunali, assunte col contratto enti locali, dovrebbero lavorare anche a luglio. Il piano dell’Istituzione Scuola, che aveva raggiunto un pre-accordo coi sindacati confederali, provoca una rivolta delle insegnanti e fa salire nuovamente la tensione col Comune.

Scuole materne aperte anche a luglio ma, al posto della tradizionale cooperativa che gestisce il centro estivo, il personale è composto da quelle insegnanti assunte col contratto enti locali. Per le famiglie, invece, non ci sarà alcun cambiamento: dovranno pagare 85 euro a settimana per ciascun figlio.
Il piano dell’Istituzione Scuola sull’apertura estiva delle scuole materne sta provocando la rivolta delle insegnanti. Alcune di loro, in modo autonomo, hanno raccolto già 130 firme ed hanno diffidato i sindacati dal firmare accordi con l’Amministrazione senza il loro consenso.

Cgil, Cisl e Uil, in realtà, avevano già firmato un pre-accordo, che prevedeva un incentivo di 50 euro giornalieri lordi per ogni giorno della seconda settimana lavorativa di luglio per le insegnanti, mentre la prima settimana, secondo l’Istituzione Scuola, rientrava già nel contratto.
“Non è vero – afferma ai nostri microfoni Alessandra Cenerini, presidente dell’Adi – Il contratto enti locali prevede che le insegnanti trascorrano 42 settimane lavorative a contatto con gli studenti, mentre al 30 giugno saranno a 43“.

Interpretazioni a parte, la tensione tra Comune e insegnanti è tornata a salire. La Cisl, dopo la protesta delle maestre, ha ritirato la sua firma dal pre-accordo, in attesa di trovare una soluzione.
Lunedì i confederali si sono ritrovati per fare il punto della situazione ma, secondo l’Adi, non hanno convocato le rsu.
“Non si può pensare – insiste Cenerini – che le insegnanti, che arrivano al 30 giugno esauste per aver passato 7 ore al giorno con i bambini, abbiano la forza di condurre un centro estivo. Non è un caso se stiamo registrando una fuga dalle scuole comunali”.

Il contratto enti locali per le nuove insegnanti, che già aveva provocato polemiche per le disparità che andava a creare all’interno del corpo docente, diventa ora un nuovo elemento di scontro tra Comune e maestre.
Unito al giro di vite contro i sindacati di base e contro le assemblee sindacali, messo in atto dalla giunta Merola, la situazione sembra destinata ad esacerbarsi ulteriormente.