Alla sua nona edizione, dall’11 luglio al 3 agosto, la rassegna “Le notti delle Sementerie 2024“ si ripropone al pubblico mettendo in scena, come da tradizione nello spazio agri-culturale delle Sementerie Artistiche, il debutto di una nuova grande produzione: “Lisistrata, chi fa la guerra non fa l’amore”, con la regia di Giulia Giacopini.
Il teatro in un campo: le Sementerie Artistiche
La rassegna “Le Notti delle Sementerie 2024”, come le otto precedenti, è organizzata dall’associazione Sementerie Artistiche fondata e diretta da Manuela De Meo e Pietro Traldi. «Il nome sementerie nasce dal fatto che noi ci troviamo dentro un’antica azienda agricola, la Valle Torretta, nelle campagne di Crevalcore – racconta De Meo – Dopo il terremoto del 2012 c’è stata la necessità di riconvertirne alcuni spazi e l’azienda ha accolto la nostra idea di crearci uno spazio culturale. Siccome storicamente l’azienda produceva proprio sementi, noi abbiamo tratto il nome da lì, perché il mettere un seme ci sembrava metaforicamente corretto rispetto a quello che andavamo a fare: ovvero aprire un teatro in mezzo a un campo».
Gli spazi non convenzionali dell’associazione sono parte fondante della messa in scena e dell’evento: i cortili e i magazzini dell’azienda che ospita Sementerie, così come il paesaggio della pianura e dei campi coltivati che la circondano, sono la scenografia naturale dello spettacolo. Centrale resta l’effimero Teatro di Paglia, che quest’anno per l’occasione verrà costruito richiamando la forma di un anfiteatro greco. «Cogliendo le possibilità che un luogo del genere dà, sin dalla prima edizione abbiamo avuto l’idea di creare uno spazio che potesse accogliere l’evento teatrale con quello che c’era in loco e lì c’era della paglia appena mietuta – osserva Traldi – Il teatro viene costruito in uno dei campi dell’azienda, sotto enormi silos molto suggestivi. Abbiamo pensato sin da subito che la particolarità di uno spazio che viene costruito con un materiale che poi si disperde, si trasforma, fosse molto vicino all’essenza del teatro, del contenuto oltre che del contenitore. Quindi di un’arte che vive nel momento in cui si manifesta e poi si trasforma e trasforma chi ne ha fruito».
Lisistrata, la commedia di Aristofane contro la guerra
A differenza delle edizioni precedenti, quella del 2024 è concentrata sulla rappresentazione di due eventi teatrali. Il primo è il debutto di “Lisistrata, chi fa la guerra non fa l’amore”, commedia di Aristofane, con la regia di Gloria Giacopini, che replicherà per 10 serate e che è il cuore di questa edizione.
La commedia è ambientata durante la Guerra del Peloponneso. La protagonista, Lisistrata, invita ad aderire ad uno sciopero particolare: nessuna donna si lascerà toccare da nessun uomo, finché la guerra non cesserà. L’opinione pubblica si spacca fra chi difende l’ordine costituito e chi, stremato dalla sfida imposta dalle donne, propone di cessare al più presto il conflitto. Chi avrà la meglio?
«Era da tantissimo tempo che progettavo di mettere in scena Lisistrata – spiega la regista Giacopini – e in questo momento storico mi è sembrata assolutamente necessaria. Il tema sembra ovvio ma non credo affatto lo sia: l’insensatezza della guerra. Inoltre, in un luogo del genere la commedia greca ci va a nozze: è uno spettacolo popolare e itinerante, che coinvolge gli spettatori; e il pubblico entra a far parte dello spettacolo anche grazie alla prossemica del Teatro di Paglia».
Altra ragione non secondaria che spiega la scelta a favore della commedia di Aristofane: «Lisistrata è una donna che fa politica in un’epoca in cui le donne non potevano nemmeno studiare. Lei invece ha studiato da sola e si è schierata contro quanto stava succedendo in quel momento ad Atene. Ed io ero molto interessata a far passare il messaggio racchiuso nel nome: colei che scioglie gli eserciti attraverso l’amore. Dunque non una lotta fra due poteri bellicosi, ma lo scioglimento dei nodi conflittuali attraverso pratiche pacifiche come discorsi politici competenti e pertinenti, l’allegria e l’amore», pratiche a supporto dell’espediente comico dell’astinenza sessuale. «Il pubblico vivrà il graduale disinnesco dei conflitti grazie a uno spettacolo che è un rito, non una rappresentazione, in quanto si ritroverà lui stesso a non ricordarsi più perché le parti rappresentate erano in conflitto», aggiunge Giacopini.
Il secondo evento teatrale delle Notti 2024 è la ripresa di uno spettacolo diventato ormai un cult di Sementerie, tanto che viene riproposto per il terzo anno: “Sogno di una notte di mezza estate” di Shakespeare con la regia di Federico Grazzini, che replicherà per 4 serate.
“È un progetto nato due anni fa e che è stato l’inizio per noi di questo percorso di costruzione e creazione di spettacoli che possano includere il più possibile tutta una serie di persone che si avvicinano a Sementerie e vogliono fare parte di questo rito che è lo spettacolo teatrale», spiega Traldi.
Come per “Il Sogno di una notte di mezza estate”, anche per la messa in scena di Lisistrata è stata coinvolta la cittadinanza attraverso un percorso di laboratori gratuiti di pratica teatrale. «Siamo sempre più convinti che il coinvolgimento delle persone in un’esperienza artistica debba essere quanto più possibile immersivo. La potenza dell’evento teatrale si radica nella presenza. Tanto più in un’epoca come quella che stiamo vivendo in cui le forme della presenza si sono moltiplicate, trascendendo la fisicità». E per il pubblico delle Notti «occorre fare un viaggio per arrivare alle Sementerie. Spostarsi è l’inizio dell’esperienza teatrale».
ASCOLTA L’INTERVISTA A DE MEO, TRALDI E GIACOPINI: