La giunta del Comune di Bologna ha adottato nuove linee guida per la comunicazione interna ed esterna, in modo da comunicare in modo più rispettoso delle differenze di genere e di altre differenze. “Parole che fanno la differenza. Scrivere e comunicare rispettando le differenze di genere” è il titolo delle linee guida, frutto di un gruppo di lavoro tecnico interno e trasversale.
«Cambiando la lingua non si cambia direttamente la realtà – spiega la linguista Vera Gheno, coinvolta nella formazione del personale comunale – ma si cambia il modo in cui noi vediamo la realtà e, facendolo, magari ci viene voglia di cambiare la realtà stessa».

“Parole che fanno la differenza”, le linee guida del Comune di Bologna sulla comunicazione rispettosa delle differenze di genere

Le linee guida approvate dalla giunta non vogliono essere un’imposizione, precisano da Palazzo D’Accursio, ma uno strumento utile per comunicare in modo più rispettoso delle differenze di genere. Ad esempio mettere in discussione il maschile universale generalizzato, utilizzando altre formule senza appesantire il testo, può essere utile per dare visibilità alle donne in ruoli sia all’interno della pubblica amministrazione che all’esterno, «e dare anche un potere di immaginazione e rappresentazione, come far vedere a una bambina che può svolgere qualsiasi ruolo», osserva la vicesindaca Emily Clancy.

La stessa Clancy anticipa le critiche che solitamente si manifestano quando si parla di linguaggio inclusivo: «Molto spesso quando si toccano questi temi si parla di benaltrismo, si dice “come mai vi occupate di questo? Ci sono tante cose più importanti di cui occuparsi”. Una pubblica amministrazione si occupa di tante cose tutte insieme e anche questo è un tema importante perché significa creare un linguaggio in cui cittadine e cittadini si sentano inclusi e valorizzate nelle loro differenze anche quando la pubblica amministrazione parla con loro».

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Sull’importanza che un’amministrazione pubblica si occupi di questo tema insiste anche Gheno. «È molto importante che le pubbliche amministrazioni prendano posizione, perché indicano la via».
La linguista cita la doppia dimensione della lingua: è la cosa più personale che abbiamo, ma al tempo stesso è ciò che crea la società, quindi con una dimensione collettiva. «La presa di posizione delle amministrazioni credo serva a prendere coscienza della dimensione collettiva della lingua».

ASCOLTA L’INTERVISTA A VERA GHENO: