«Abbiamo deciso di manifestare in cinque città d’Italia perché questo decreto mette a rischio più di 100 mila lavoratori e dà un colpo all’ambiente senza precedenti». Così esordisce ai nostri microfoni Giuseppe Ledda, segretario regionale per l’Emilia-Romagna della Fillea Cgil, nel lanciare la manifestazione nazionale dei lavoratori – indetta da Cgil e Uil – che si terrà domani 1 aprile nelle periferie di cinque città italiane.

Superbonus per l’edilizia popolare: la manifestazione degli edili

Il pomo della discordia è il decreto legge numero 11 del 2023 sui bonus edili, entrato in vigore lo scorso 17 febbraio, che prevede l’eliminazione della cessione dei crediti e dello sconto in fattura. Una misura che colpisce soprattutto una stretta cerchia della popolazione. «Pensionati, lavoratori precari e persone dal reddito più basso non saranno nelle condizioni di anticipare tutti quei soldi, e solamente le classe più abbienti potranno permettersi di sostenere il costo dei lavori», continua Ledda.

Anche la rigenerazione urbana degli edifici fa parte delle rivendicazioni della manifestazione, perché nella misura legislativa viene meno l’attenzione ad un tema ambientale fondamentale: gli edifici italiani sono spesso e volentieri vetusti, energivori e lontani dagli obiettivi posti dalle direttive europee sul tema.
Secondo Fillea Cgil e Feneal Uil, insomma, il decreto va riscritto inserendo un Isee attorno ai 30 mila euro per consentire agevolmente a large fasce della popolazione di poter ristrutturare le proprie abitazioni e vivere in case più vivibili, più sicure ed efficienti e meno care in bolletta.

Allargando il tiro dal nazionale all’europeo, è abbastanza chiaro che con questi provvedimenti legislativi sarà difficile le direttive dell’Europarlamento in materia, a partire dalla direttiva Case Green.
«Se non verrà modificato il decreto non ci saranno le condizioni per rispettare la direttiva, ma in primis non sarà possibile mettere in campo una rigenerazione urbana che parta dalle periferie, dai condomini e dall’edilizia popolare», sottolinea Ledda.

Il nuovo Codice Appalti e il rischio infiltrazioni

L’altro bersaglio della giornata di mobilitazione è il Codice Appalti, nella nuova forma che entrerà in vigore dal 1 luglio e che proprio in questi giorni ha scatenato una polemica tra il ministro alle Infrastrutture Matteo Salvini e il presidente dell’Autorità Nazionale Anti-corruzione Giuseppe Busia, dichiaratosi apertamente contrario alla riforma del Codice per timori sul rischio di rinnovate infiltrazioni criminali.
Il Codice prevede – tra le altre cose – la riqualificazione delle stazioni appaltanti e la digitalizzazione di contratti e procedure, per rendere tutto più scorrevole, nel solco di due principi fondamentali: quello del risultato (tempestività e rapporto qualità/prezzo) e quello della fiducia (azione trasparente e legittima della pubblica amministrazione).

La posizione dei sindacati, però, è nettamente contraria: “È una riforma completamente sbagliata, che sostanzialmente ci fa tornare trent’anni indietro. La liberalizzazione dei cosiddetti subappalti a cascata comporterà meno diritti per i lavoratori e meno sicurezza sul lavoro, perchè poter appaltare di azienda in azienda significa risparmiare senza regole sui costi – afferma Ledda – E poi, ovviamente, c’è il rischio concreto di nuove infiltrazioni mafiose».
Più si allunga la catena degli appalti, meno i sindacati hanno difficoltà ad effettuare controlli in materia di sicurezza sul lavoro: secondo i dati forniti dalla Cgil, ogni anno sono almeno 400 i lavoratori edili che muoiono sul posto di lavoro. E non si può parlare di “infortuni”, perchè a mancare è proprio una norma chiara.

La scelta di manifestare in periferia

È proprio per mettere l’accento sull’importanza di un’edilizia popolare e attenta alle necessità delle classi meno abbienti che – per le cinque città in cui si svolgerà la giornata di mobilitazione – si è scelto di manifestare in zone periferiche. La ripartenza deve avvenire da quelle zone che più di tutte hanno bisogno di una rigenerazione che sia assieme urbana, sociale ed ambientale.
L’appuntamento, quindi, è per sabato 1 aprile nelle città di Roma, Torino, Napoli, Cagliari e Palermo.

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Andrea Mancuso