In occasione del trentesimo anniversario dalla fondazione della compagnia teatrale Laminarie, dal 4 all’11 dicembre a DOM la cupola del Pilastro arriva “XXX – Trenta Anni Incauti“, una rassegna che si interroga sul percorso compiuto fino a questo momento e prova a tracciare la strada per il futuro.

XXX – Trenta Anni Incauti di Laminarie si rivolge al futuro

Laminarie ha portato avanti in questi anni uno spazio di ricerca, di sperimentazione, raccontando il territorio ma non solo, creando anche un collegamento con la scena europea. Ma “XXX – Trenta Anni incauti” non sarà puramente una celebrazione di questo longevo percorso, anzi, i cinque appuntamenti previsti, tra performance, laboratori e incontri, racconteranno soprattutto il presente e il futuro della compagnia, il cui desiderio primario è quello di radicare i linguaggi del contemporaneo in un’area periferica della città.

Il primo appuntamento è il 4 dicembre con un programma a tema “Libagioni“, che inizia alle 20:00 con la performance di Febo Del Zozzo “è tutto qui“, che consiste di estratti dalla produzione “Invettiva inopportuna“. Segue “Almanacco“, sequenza di immagini d’archivio che ripercorre l’evoluzione artistica della compagnia. L’incontro “Pratiche e discorsi per propiziare il lavoro nel teatro” chiuderà la prima giornata e porterà un confronto tra artisti, operatori culturali, cittadini e cittadine.

«Abbiamo avuto il desiderio di fare questo incontro che ha un carattere del tutto informale – commenta Bruna Gambarelli, co-fondatrice di Laminarie – perché ci interessa da una parte riflettere su un percorso così lungo, portato avanti con la fatica e la gioia di continuare a voler stare nel solco della ricerca; ma nello stesso tempo ci interessava capire come e perché ci sono delle giovani formazioni che desiderano fare lo stesso percorso e da questo capire quali similitudini e quali differenze ci sono con chi inizia oggi e se il nostro lavoro può anche propiziare il loro. Ospitiamo e sosteniamo da molto tempo le compagnie che noi riteniamo abbiano qualcosa da raccontare, ma in questa occasione vogliamo sentirli parlare delle loro esperienze».

Dal 9 all’11 dicembre si terrà, invece, Ludo, laboratorio teatrale pomeridiano dedicato alla relazione con l’infanzia, che ha sempre caratterizzato il percorso di Laminarie. Le attività saranno, dunque, rivolte ai bambini e alle bambine che abitano nel rione Pilastro
L’11 dicembre alle 21:00 si conclude la rassegna con la presentazione del secondo studio della nuova produzione “Edifici“, “Tre vite che non dormono“, che debutterà nella stagione 2025-2026. Il tema è stare in un edificio, nella città e nell’arte. La produzione è di Laminarie in collaborazione con Emilia-Romagna Teatro ERT. La scrittura è di Bruna Gambarelli e la regia di Febo Del Zozzo.

Gambarelli spiega il lavoro dietro progetti come “Edifici”, dichiarando che «questa metodologia, che tiene molto in conto la prassi più che la produzione, fa parte della ricerca di Laminarie. Tutta questa progettualità, che è territoriale, ma anche fortemente internazionale, trae la sua forza dalla produzione teorica, noi da sempre dedichiamo molto tempo della nostra attività allo studio quindi anche alla pubblicazione su carta dopo che le prassi si sono consumate. Questa sarà anche l’occasione per vedere i nostri volumetti, tra cui “Anni Incauti”, da cui trae il nome la rassegna, uscito in realtà in occasione dei dieci anni del DOM (2019), ma non è mai stato promosso perché subito dopo c’è stata l’emergenza sanitaria. Quindi ci fa piacere riprenderlo perché questo tema del coraggio e dell’imprudenza fa parte della nostra metodologia di lavoro».

Quest’ultimo appuntamento, per i temi che tratterà, si inserisce in un discorso di riflessione sui prossimi step della compagnia. Gambarelli nota che si tratta di una «fase in cui dopo trent’anni occorre anche pensare a come si svilupperà il nostro lavoro futuro, i finanziamenti che riceviamo non permettono una progettazione per lungo tempo e questa mancata stabilità, in tutti questi anni, è un elemento sul quale occorre riflettere per la gestione complessiva della ricerca e del linguaggio contemporaneo».

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