Sta sollevando un polverone, fatto di durissime prese di posizione contrarie, l’ordinanza del 29 luglio scorso della Prefettura di Bologna che coinvolge decine e decine (si parla di più di 200 persone) richiedenti asilo presenti nel sistema di accoglienza bolognese. Chi sta facendo ricorso contro il diniego della commissione territoriale alla protezione internazionale, secondo l’organo del governo, dovrà lasciare l’accoglienza entro quattro giorni.
La motivazione sarebbe la necessità di fare spazio ad altri 500 richiedenti asilo, sbarcati recentemente in Italia e diretti a Bologna.

L’ordinanza della Prefettura di Bologna che espelle dall’accoglienza centinaia di richiedenti asilo

Citando motivi di ordine pubblico e di sicurezza, l’ordinanza della Prefettura di Bologna dispone la revoca dell’accoglienza in appena quattro giorni ai richiedenti asilo che risultano avere un ricorso pendente per il riconoscimento della protezione internazionale. Ciò per favorire l’ingresso di altri richiedenti asilo arrivati recentemente in Italia.
Le reazioni di chi si occupa di accoglienza e di immigrazione non sono mancate. L’Arci parla di «razzismo di Governo sulla pelle dei migranti», mentre l’Asgi (Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione) definisce l’ordinanza discriminatoria e incostituzionale. Citando alcune pronunce della Corte costituzionale, in particolare, l’Asgi definisce la misura «manifestamente illegittima».

L’ordinanza della Prefettura si inserisce in un contesto cittadino in cui l’accesso alla casa risulta assai difficile per tutti e, sottolineano le associazioni ,«l’assenza di posti in accoglienza è dovuta alla mancata programmazione e non ai numeri delle persone, che sono del tutto gestibili e prevedibili».
La conseguenza del provvedimento, quindi, sarà la presenza in strada di decine e decine di persone, violando i loro diritti, facendo loro perdere il lavoro (che è vincolato alla residenza) e generando quei problemi di ordine pubblico che la stessa ordinanza sostiene di voler prevenire.
È per questo che le due associazioni chiedono, da un lato, alla Prefettura di ritirare l’ordinanza e, dall’altro, al Comune di Bologna «di farsi carico della questione indicando le soluzioni per l’accoglienza dei richiedenti asilo in arrivo nell’area metropolitana di Bologna, che comprende ben 55 comuni , evitando l’espulsione dei richiedenti asilo che già vivono nei Cas».