Una montagna di parole, di saperi, di immagini. Sarà una vera e propria maratona quella che la compagnia teatrale archiviozeta metterà in scena al Teatro Arena del Sole a Bologna: uno spettacolo “mega”, tratto da La montagna incantata di Thomas Mann. Impossibile rendere giustizia al ricchissimo romanzo di Mann in una durata consueta, e così la compagnia archiviozeta porterà in scena sabato 22 (dalle ore 15) e domenica 23 marzo (dalle ore 11:30) lo spettacolo di quasi sette ore, intervallate da pause. Se può sembrare notevole nella durata, altrettanto lo è la sua storia.

Fondata nel 1999 da Gianluca Guidotti e Enrica Sangiovanni, autori e produttori indipendenti di lavoro culturale, archiviozeta ha portato in scena Sofocle, Pasolini, Dostoevskij e ora Mann. Un lavoro di ricerca che trova al Cimitero militare germanico del passo della Futa ambiente di sperimentazione, sulla scia della Memoria del ‘900 in Italia e in Europa, sulla storia e sulle testimonianze della lotta partigiana, degli eccidi nazifascisti e della Shoah. In seguito, il progetto ha trovato una nuova sede all’istituto ortopedico Rizzoli, luogo della residenza artistica di archiviozeta. E ora, è pronto a sbarcare nel palcoscenico di via dell’Indipendenza.

Prima del colpo: lo spettacolo da Thomas Mann

Qualcosa scorre perennemente sotto la superficie, ne La montagna incantata di Mann. Il tempo scorre diversamente, nelle sale e nei corridoi del sanatorio sulle Alpi, dove la visita del giovane ingegnere Hans Castorp al cugino si prolunga in un perenne scontro di ideologie, fedi, scienze. Il tempo non è ciò che sembra, il luogo nemmeno, e il lavoro di archiviozero ha l’ambizione di restituire tutte le sfumature del testo, i conflitti che si agitano come in una polveriera. Il romanzo di Thomas Mann attraversa i fantasmi del primo Novecento, mentre la catastrofe della Prima Guerra Mondiale incombe, a metà tra mondo antico al tramonto e un mondo nuovo all’orizzonte. Un testo cristallizzato nel suo tempo e, come tutti i capolavori della letteratura, capace di dire qualcosa anche (soprattutto?) ai lettori di oggi.

Del testo e di questa nuova trasposizione teatrale abbiamo parlato con Gianluca Guidotti e Enrica Sangiovanni, ideatori e registi dello spettacolo e di archiviozeta. Inizialmente portato in scena al passo della Futa, poi in una sintesi all’istituto Rizzoli, sabato e domenica prossimi venturi al Teatro Arena del Sole. «È stato come rifare la regia», dice Enrica Sangiovanni «le parole assumono un significato ancora diverso, ogni volta. Ci siamo rimessi al lavoro, e questo corpo unico è di fatto una nuova regia: sette ore che coincidono con i sette anni della prigionia di Hans Castorp al sanatorio Berghof».

«Questa sintesi [del testo di Mann] va ad ampliare perché il teatro consente di ampliarti. La scenografia sarà un enorme spazio bianco in cui si andranno a depositare le parole. Sarà una sorta di catarsi, di rito collettivo: ci si concentra su questa pagina bianca», sottolinea Gianluca Guidotti «È una storia archetipica, quella di un ragazzo che deve crescere. Ma è anche una storia amara, che ci fa attraversare tantissimi campi del sapere».

Per le informazioni sugli orari e sui prezzi dello spettacolo, rinviamo al sito web del Teatro Arena del Sole.

QUI L’INTERVISTA A ENRICA SANGIOVANNI E GIANLUCA GUIDOTTI: