Il Testo Unico sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, ma anche le linee guida di Inail e Inps fissano a 35 gradi la temperatura oltre la quale bisognerebbe sospendere il lavoro. Il condizionale è d’obbligo dal momento che, in Italia, questa normativa non viene rispettata e il caldo estremo, come quello che stiamo vivendo in questi giorni, miete letteralmente vittime.
Per questa ragione l’Unione Sindacale di Base (Usb) e Rete Iside hanno lanciato una campagna per sospendere il lavoro quando le temperature superano le soglie di vivibilità, perché col caldo aumentano i rischi di infortuni, collassi, mancamenti e purtroppo anche di morti.

Caldo eccessivo? La campagna per sospendere il lavoro

«Le temperature estreme rappresentano, nei posti di lavoro, un grave rischio per salute e sicurezza dei lavoratori», scrivono i promotori della campagna. In particolare, lavorare con temperature e umidità altissimi in settori come l’agricoltura e l’edilizia, ma anche nell’industria e nella logistica (con capannoni e reparti non sufficientemente ventilati e rinfrescati) è un vero e proprio inferno, con strascichi di infortuni, malattie professionali fino alla morte.
La normativa nazionale fissa a 35 gradi il limite oltre il quale è possibile sospendere le attività lavorative, venendo coperti da cassa integrazione. «Il problema è che i datori di lavoro non applicano la normativa», sottolinea ai nostri microfoni Luigi Marinelli di Usb.

Il sindacato cita le regolamentazioni più severe di altri Paesi europei, dove per evitare di lavorare nelle ore più calde vengono cambiati gli orari di lavoro, cominciando alla mattina presto e terminando alle 13.00, o dove i limiti di temperatura sono più bassi rispetto a quelli italiani, ad esempio fissati a 30 gradi.
«Anche in Italia occorre quindi un’azione istituzionale forte che costringa le aziende allo stop delle attività produttive quando si verificano condizioni microclimatiche che mettono a rischio la vita di chi lavora», rivendicano i promotori della campagna.

Usb è anche impegnata in una raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare che introduca il reato di omicidio e lesioni gravi o gravissime sul lavoro nel codice penale.
I numeri di chi perde la vita sul luogo di lavoro, non solo a causa del caldo, in Italia sono sempre altissimi e gli sforzi per contrastare il fenomeno non sono sufficienti. «Siamo convinti che con una legge in tal senso non sarà più possibile per la parte padronale speculare sulla vita di chi lavora, ignorando e tagliando le misure di sicurezza per risparmiare o aumentare la produzione», osservano i promotori.

ASCOLTA L’INTERVISTA A LUIGI MARINELLI: