Domani il Comitato Tempi Determinati Unibo protesterà durante il Senato accademico per chiedere se l’Alma Mater ha intenzione di applicare la legge Madia ed assumere i precari dell’Università. Almeno 86 tecnici amministrativi hanno i requisiti per la stabilizzazione, ma la preoccupazione è che la dirigenza si faccia scudo del piano assunzionale del 2016, che ha portato a stabilizzare già 122 persone.
Domani, 12 dicembre, il Comitato Tempi Determinati dell’Università di Bologna protesterà presso il Senato Accademico contro il silenzio dell’Alma Mater sull’assunzione dei precari, permessa dalla legge Madia.
Se in un primo momento i vertici dell’Università avevano detto di voler attendere la Circolare della Funzione pubblica per capirne i termini di applicazione, il documento è arrivato il 24 novembre scorso, ma ai precari non è ancora stata data una risposta.
Secondo il comitato, sono almeno 86 le persone che avrebbero i requisiti per essere stabilizzati e solo per quanto riguarda i tecnici amministrativi. Tra queste, 47 persone stanno attualmente lavorando a tempo determinato, mentre altre 39 hanno cessato la prestazione, ma potrebbero essere ripescate in virtù della legge stessa.
“Sono persone che hanno lavorato più di 36 mesi in Università – spiega ai nostri microfoni la portavoce del comitato, Francesca Divella – e svolgono mansioni, come le funzioni di segreteria, di cui c’è bisogno, anche in virtù del turnover che ha portato ad una riduzione del personale”.
Il timore, però, è che Rettore e Senato non vogliano approfittare delle opportunità offerte dalla legge, facendosi scudo del piano assunzionale del 2016, che ha portato alla virtuosa assunzione di altri 122 precari.
Il blitz in Senato accademico servirà proprio per capire quali sono gli orientamenti dell’Università.
ASCOLTA L’INTERVISTA A FRANCESCA DIVELLA: