400 mila persone in piazza a Parigi, al punto che il corteo è stato costretto a dividersi in due tronconi. Di tale portata è stata la partecipazione alla sciopero nazionale in Francia contro la riforma delle pensioni voluta dal governo. Una riforma che appare molto più blanda rispetto alla situazione italiana, che con la riforma Fornero ha visto l’innalzamento dell’età pensionabile da 62 a 67 anni. In Francia l’età pensionabile è salita ad “appena” 64 anni, ma tanto è bastato per scatenare la protesta di tutti i sindacati.

La lotta contro la riforma delle pensioni in Francia

Il nostro corrispondente dalla Francia, Lorenzo Battisti, ha raccontato lo sciopero di ieri, che sarà seguito da un’analoga mobilitazione il 31 gennaio. Storicamente, infatti, le lotte in Francia non si esauriscono con un singolo sciopero, ma sono capaci di mettere in campo mobilitazioni capaci di bloccare il Paese.
Insieme a lavoratrici e lavoratori, ieri a Parigi sono scesi in piazza anche gli studenti. Questo è un segnale che fa pensare come la protesta contro la riforma delle pensioni in realtà serva da collante ad un malcontento più diffuso.

La precedente mobilitazione francese ha riguardato l’inflazione e lo sciopero dei benzinai ha lasciato a secco ampie zone del Paese.
Particolarmente simbolica la protesta dei lavoratori del comparto elettrico, come ci racconta lo stesso Battisti: «La Cgt, il sindacato di sinistra francese dei lavoratori elettrici sta staccando la luce a quei deputati e senatori che voteranno la riforma».

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