In occasione dell’uscita del box set dei Cure, prevista per venerdì 18 ottobre, contenente ben sei cd che riprendono il Meltdown festival curato da Robert Smith e il film di Tim Pope “Anniversary 1978-2018: Live in Hyde Park London,” a cui abbiamo partecipato, Afternoon Tunes pubblica un breve racconto in attesa di uno speciale dedicato all’evento.
Il Grigio e la Dark
Aveva colto l’attimo tra il rosso e il verde del semaforo per aggiustarsi i baffi grigi nello specchietto retrovisore. Da lì l’aveva vista a lato della strada. Una ragazza dai capelli lunghi e neri e dalla carnagione scura con un cartello con la scritta BOLOGNA in mano.
La mattina stessa aveva avuto un incontro con il suo capo, il Dottor Pederzoli all’hotel Sheraton di Roma. Era partito di buon’ora da Milano per quella che era una colazione di lavoro. Pederzoli gli aveva fatto la solita ramanzina:”Grigio, se vuoi che ti tenga, devi mettere più entusiasmo negli affari! Sembri sempre spento! Cambia almeno completo, non ne posso più di vederti in quell’abito grigio”. Il Grigio annuì, anche se sapeva che non avrebbe mai smesso il vestito che sua moglie gli aveva regalato per il suo cinquantesimo compleanno, poco prima che lei morisse per un tumore al seno. Arrivato l’autunno il commercio di condizionatori d’aria subiva un arresto e puntualmente il suo capo dava la colpa ai rappresentanti invece che farsene una ragione. Poi il Dott Pederzoli partiva per la solita vacanza in Thailandia dove spendeva in prostitute tutto quello che aveva guadagnato durante l’estate.
Il Grigio fece la rotatoria e fermò la sua Audi grigia metallizzata davanti alla ragazza con il cartello in mano:”Sto andando a Bologna” disse, “Se vuoi ti do un passaggio”. La ragazza salì in auto in un baleno. Aveva sì e no diciotto anni, un piercing al naso e un anello le dilatava il lobo dell’orecchio sinistro. Da vicino i capelli avevano delle sfumature blu. Vestiva completamente di nero e anche il trucco tendeva allo scuro. “Che vai a fare a Bologna?” chiese il Grigio. “Vado ad un concerto, li conosci i Cure?” “Dovrei?” disse il Grigio. “Il cantante avrà più o meno la tua età, forse li avrai sentiti” disse la ragazza. Il Grigio non ascoltava la musica o se lo faceva la sentiva in maniera distratta. Non aveva hobbies. L’unica sua passione erano le partite di biliardo. Aveva trovato sul digitale terrestre un canale dove alla sera le trasmettevano; estraeva la pasta scongelata dal microonde e si immergeva nel mondo della stecca, fino ad adddormentarsi sul divano, con il suono delle bocce che sbattevano tra di loro.
“Mi chiamo Mario ma tutti mi chiamano Il Grigio”. La ragazza allungò la mano educatamente:”Ciao, io sono Lara, ma tutti mi chiamano la Dark”. “A quanto vedo nessuno dei due è stato risparmiato dall’usanza dei soprannomi” aggiunse il Grigio abbozzando ad un sorriso che la Dark ricambiò. A entrambi parse evidente il soprannome dell’altro così nessuno chiese spiegazioni in merito.
La guida del Grigio era fredda e calcolata. Il Grigio pigiava sull’acceleratore cercando di prevedere le mosse degli altri guidatori, un po’ come il giocatore di biliardo dosava la sua forza sulla stecca, calcolando dove sarebbe andata la palla dell’avversario. La Dark era invece immersa in conversazioni digitali sul suo I Phone.
“Così vai ad un concerto?” ruppe il silenzio il Grigio.
“Si, i Cure vengono pure a Roma, ma a Bologna mi devo incontrare con un’amica” “Vuoi sentirli?” chiese la Dark. “Sentiamo questi Cure!” disse il Grigio. La Dark estrasse dallo zaino scuro un cd la cui copertina raffigurava il viso di un uomo con il rossetto sbavato sulle labbra e i capelli neri sparati in alto:”Questo cd lo voglio fare autografare da Robert Smith, il cantante dei Cure” disse la Dark. “E quello lì avrebbe la mia età?” chiese il Grigio stupefatto indicando la copertina del cd. “Qua Robert Smith è più giovane ma ora avrà 55 anni, più o meno”. “La mia stessa età” ribattè il Grigio perplesso. Ascoltarono il cd insieme. L’inglese del Grigio era abbastanza buono per poter capire che molte canzoni parlavano d’amore. Pensò al suo viaggio di nozze a Londra insieme a Sara, sua moglie, al mercatino di Camden Town, a Portobello e a quel pub a Brick Lane dove servivano un ottimo roast beef. Sara gli mancava. Era sempre stato il Grigio, ma allora amava, cosa che aveva smesso di fare da cinque anni, da quando Sara lo aveva lasciato solo.
Il Grigio e la Dark arrivarono a Bologna, precisamente all’arena di Casalecchio. La Dark fece una chiamata e presto una ragazza dai capelli biondi e con il rossetto sbavato sulle labbra si avvicinò all’Audi del Grigio. “Non mi dire che ti sei fatta accompagnare da tuo padre?!” disse la ragazza. “No cretina! Lui è il Grigio mi ha dato un passaggio fino a qua!” rispose la Dark. “Grigio, non so come ringraziarti! Guarda ti lascio il cd, come ricordo di questo viaggio!” Il Grigio ringraziò del regalo e vide la Dark e la ragazza bionda allontanarsi mano nella mano verso un gruppo di ragazzi vestiti di nero.
Arrivò a Milano a mezzanotte. Parcheggiò l’auto in garage e prese l’ascensore fino all’ultimo piano. Entrò nel suo appartamento e mise il cd dei Cure nello stereo. Si svestì e si guardò allo specchio completamente nudo. Era invecchiato, pensò. I capelli erano ormai totalmente grigi ma ancora folti. Prese il phon e provò a stirarseli verso l’alto. Nel cassetto di Sara trovò il rossetto. Tutto era rimasto al suo posto dalla scomparsa della moglie. Se lo mise accuratamente e poi si passò un pugno sulle labbra per sbavarlo. Si guardò allo specchio mentre Robert Smith cantava “I’ve been looking so long at these pictures of you That I almost believe that they’re real”. Guardò la foto di Sara vicino allo specchio e si mise a ridere. Rise di gusto fino a lacrimare dagli occhi, da solo, o forse in compagnia di Sara.
Andrea Tabellini “Tabs”