Conclusasi la gara d’appalto con l’assegnazione dei servizi extrascolastici del comune di Bologna, si tratta ora di costruirli, di modellarli, di organizzarli, affinché possano rispondere con la dovuta efficacia alle complicate sfide cui tutti siamo chiamati dalle varie forme, alcune inedite, che sta assumendo il disagio giovanile nei contesti urbani

La giunta di Bologna ha annunciato l’apertura di sei nuovi centri per adolescenti, con l’intenzione, condivisibile, di superare la dicotomia agio/disagio negli spazi destinati alla popolazione giovanile.  Si tratta però di capire come garantire a tutti i ragazzi, anche quelli più fragili, o che comunque stanno vivendo situazioni di particolare disagio, la possibilità di frequentarli. E poi, di come fornire loro le competenze relazionali necessarie per restarci in questi centri, per frequentarli con senso.  Senza l’ausilio di personale esperto e qualificato, è difficile pensare che, tanto per fare un esempio, i ragazzini che bivaccano giorno e notte in piazza XX Settembre possano usufruire di questa opportunità.  A tal fine, siamo sicuri che l’investimento sull’educativa di strada, strumento fondamentale di osservazione, analisi  e azione nei confronti dei fenomeni più complessi, sia all’altezza della richiesta del territorio?

Altra questione: la trasformazione dei Centri Anni Verdi in Centri per Adolescenti, nella vita professionale, e non solo, di chi ci lavora, quale cambiamento comporta?  C’è stato un taglio delle ore educative, come lamentano molti colleghi? In quali termini? In una compressione delle ore settimanali? O peggio, con la riduzione del periodo di apertura di tali servizi, con doppio danno: per il lavoratore che deve cercare di “ricostruirsi” il monte ore altrove e per il ragazzino che proprio nei mesi più vuoti dell’anno, quelli estivi, si vede chiudere dei centri di aggregazione così preziosi. Sono garantite, e quante, le ore di back office, ore essenziali in interventi che richiedono, oltre all’operatività e a un’accurata lettura dell’evolversi dei fenomeni, una rielaborazione permanente dei risultati?

La consapevolezza che siamo di fronte a una vera e propria emergenza sociale e che nessuno si  basta da solo, ci porta a pensare che tutti i soggetti coinvolti debbano co-partecipare alla scelta delle proposte progettuali e alla loro attivazione e organizzazione sul territorio. 

Su tutti questi temi, abbiamo messo a confronto, in studio, l’assessore alla Scuola con delega agli adolescenti, Daniele Ara, con tre operatori attivi da anni sul territorio: Simona Bruni, educatrice di strada, Nuema Valdifiori, educatrice dei Centri Anni Verdi, Christopher Ceresi, attivista dei Municipi Sociali.