Tra manine misteriose, interviste inventate o quasi e penali che non esistono, nelle ultime settimane il M5S ha dato prova di quella che nella più ottimistica delle interpretazioni è una preoccupante distanza dalla realtà, ma che per i più maliziosi sono Fake News al potere. Ma perché? E soprattutto: funziona? Ne abbiamo parlato con il giornalista Giuliano Santoro.

Una manina misteriosa che avrebbe inserito il condono nella bozza di manovra presentata al Presidente della Repubblica (bozza, tra l’altro, non pervenuta al Quirinale), una penale inesistente che impedirebbe al governo di bloccare la Tap e, più recentemente, l’attribuzione all’ex capo dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem di dichiarazioni quasi interamente inventate . Sono solo alcune delle più notevoli e recenti gaffe del Movimento 5 Stelle, che secondo Giuliano Santoro “è indice di trasformazioni che sono molto più generali. La politica è fatta di Fake News e di verità alternative che si confrontano, e il M5S gioca esattamente in questo scenario. Più che dire falsità siamo di fronte allo spappolamento della verità. Ognuno di noi cerca notizie che confermino quello che già pensa e il movimento le dà ai suoi: volete attaccare il vostro nemico? vi do questi argomenti. Non ci pensiamo se sono veri o no, servono solamente come rudimenti per confrontarsi nello spazio pubblico”.

Questo tipo di comunicazione, unito alla presa di posizioni spesso conflittuale o ambigua, come nel caso del tema dei migranti, secondo Santoro sta permettendo ai pentastellati di realizzare il sogno di qualsiasi esperto di marketing: “il sogno di ogni uomo di marketing -spiega infatti il giornalista – è fare apparire un prodotto diversificato rispetto alle nicchie di audience, per cui ogni persona deve pensare che quel prodotto è stato pensato esattamente per lui. Quindi dire qualsiasi cosa, soprattutto nelle bolle digitali dei social, permette di far pensare a diversi tipi di persone che in quel momento il M5S sta dicendo esattamente quello che ti serve a te. Evidentemente non è un gioco perfetto, ma oggettivamente finora ha pagato”.  

Nonostante la sua efficacia economica, questo sitema comunicativo sembra destinato ad infrangersi contro la realtà, soprattutto adesso che i pentastellati sono al governo. “Questa roba qui – sottolinea infatti Santoro – salta nel momento in cui emergono processi reali, che prima o poi si spera emergano in questo paese. Forse sul reddito ancora ci riescono, riescono a imbastire questa specie di caricatura di sussidio di povertà e a chiamarla reddito di cittadinanza, ma sulla Tap si sono dovuti scontrare con la realtà. Questo gioco a costruire verità di comodo a un certo punto salta”.

Ad essere più preoccupante, e probabilmente destinata a durare, è la saldatura con la Lega. “Secondo me c’è qualcosa che tiene insieme il popolo grillino e quello leghista. C’è un terreno comune oggettivo che sta nel linguaggio, nella capacità di affidarsi ai leader, nel modo in cui si usano i social. Insomma,  si sta salndando un blocco e questa è una delle cose più preoccupanti. Perché se molto schematicamente diciamo che l’elettorato grillino rappresenta, seppur confusamente, le emergenze sociali, e quello leghista una tematica in fondo nazionalista, quando sociale e nazionale si fondono nella storia c’è sempre da aver paura, e questa saldatura in qualche modo è avvenuta”.

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