«A Bologna se non guadagni almeno 1500 euro netti al mese e non hai una casa di proprietà sei povero». È con questa frase che il segretario della Cgil Michele Bulgarelli sintetizza gli articolati risultati dell’inchiesta sociale svolta da Ires in tutto il territorio della Città Metropolitana di Bologna.
Oltre 8mila questionari distribuiti anche grazie alla collaborazione di Arci, Piazza Grande, Link e Udu che per la prima volta cercano di fotografare in modo intersezionale i problemi e di rispondere a una domanda: Bologna è una “città del lavoro o città della rendita?”.
La rendita e la proprietà creano disuguaglianze: l’inchiesta sociale della Cgil
Dalla qualità del lavoro ai costi per la casa, dall’accesso alla sanità all’istruzione, passando anche per una socialità sempre più ristretta e vincolata al consumo.
Sono tanti gli aspetti presi in considerazione dalla Cgil e messi a sistema bel questionario sottoposto a cittadine e cittadini dell’area metropolitana.
«I risultati ci confermano alcune cose, come che gli uomini guadagnano più delle donne e i lavoratori anziani più di quelli giovani, ci sono dei settori fragili come turismo, ristorazione, commercio e terzo settore e la crisi abitativa si scarica principalmente sul capoluogo – osserva Bulgarelli – ma emerge anche che alcuni strumenti di ascensore tradizionale, come il lavoro e i servizi sociali pubblici, oggi vengono condizionati dalla proprietà preesistente, quindi c’è un problema di disuguaglianze».
ASCOLTA L’INTERVISTA A MICHELE BULGARELLI:
In particolare dall’inchiesta emerge che a determinare il mantenimento del benessere nel territorio bolognese non è più il lavoro, ma la proprietà e la rendita.
In altre parole, avere o non avere ad esempio una casa di proprietà condiziona anche altri aspetti della vita, come poter garantire ai propri figli un’istruzione avanzata. O ancora: la disponibilità economica è ciò che condiziona l’accesso alle cure, permettendo di bypassare le lunghissime liste d’attesa ricorrendo al privato.
«Il 56% delle persone nella fascia bassa – sottolinea il ricercatore dell’Ires Gianluca De Angelis – ha rinunciato o posticipato le cure».
ASCOLTA L’INTERVISTA A GIANLUCA DE ANGELIS:
Se il lavoro e i servizi non sono più gli strumenti per l’emancipazione, che fare?
«Questi dati interrogano la Cgil e dovrebbero interrogare anche l’Amministrazione – osserva Bulgarelli – Vien da dire che se non esistesse, bisogna inventare la contrattazione sociale territoriale». In particolare il segretario della Cgil rivendica che il 90% dei cittadini dell’area metropolitana di Bologna vive in Comuni che hanno fatto accordi coi sindacati per indirizzare i bilanci.
Un altro elemento, però, è quello di tassare la rendita e la proprietà in modo da avere una redistribuzione della ricchezza.