Una tragedia silenziosa quella dei morti sul lavoro. I numeri sono impressionanti: solo nel 2021, da gennaio a settembre, si sono registrati complessivamente 1100 morti, che comprendono sia chi è morto sul posto di lavoro e chi mentre si trovava sul tragitto per andarci.
Solo nelle ultime 24 ore ci sono state sette vittime tra Piemonte, Veneto, Lombardia, Sicilia e Toscana.

Sette i morti sul lavoro nelle ultime 24 ore

Quest’anno, in particolare, segna un record negativo per quanto riguarda le morti sul lavoro: «Se si confrontano i dati del 2021 con quelli degli anni precedenti, si vede come sia l’anno con più morti bianche dal 2008, anno in cui ho aperto l’osservatorio», spiega Carlo Soricelli dell’Osservatorio indipendente di Bologna morti sul lavoro.
«In questi 14 anni di attività dell’Osservatorio – continua Soricelli – i morti sono sempre aumentati. Questa è una guerra, visti i numeri delle vittime, dimenticata un po’ da tutti: sia dalle istituzioni che dalla politica».

Ieri la scia di sangue è partita dalla Lombardia per attraversare tutta l’Italia: due operai sono morti congelati per una fuga di azoto a Milano, un camionista palermitano è rimasto schiacciato dal suo mezzo, un imprenditore agricolo di Pisa è morto dopo essere stato decapitato dalle lame di una una trebbiatrice. E l’elenco potrebbe continuare perché, purtroppo, l’aumento del lavoro precario ha come conseguenza minori tutele per i lavoratori.
Costretti spesso, quindi, ad accettare situazioni di scarsa sicurezza per conservare il proprio posti di lavoro: «I lavori in appalto, dati a piccole aziende o artigiani, sono un invito a fare il prezzo più basso e questo va a scapito della sicurezza – analizza Carlo Soricelli – Il mondo del lavoro è diventato una giungla selvaggia: muoiono tantissimi lavoratori precari perché sono ricattabili. Non possono rifiutarsi di svolgere lavori pericolosi altrimenti rischiano il posto e senza alcuna tutela. La crisi economica dovuta al Covid e la maggiore precarietà nel futuro mostreranno i loro effetti».

L’osservatorio Vega Engeneering ha disegnato una mappa che, andando dalla zona rossa a quella bianca, segnala le regioni dove è più pericoloso lavorare.
Lombardia e Toscana sarebbero le più sicure, mentre Campania e Puglia quelle più a rischio.
Nello specifico in zona rossa ci sono: Puglia, Campania, Basilicata, Umbria, Molise e Abruzzo. In zona arancione: Lazio, Piemonte, Trentino Alto-Adige e Friuli Venezia-Giulia. In zona gialla: Valle d’Aosta, Calabria, Emilia-Romagna, Sicilia e Veneto. E,per finire, le regioni piùvirtuose” sono Toscana, Lombardia, Sardegna, Liguria e Marche.

Medea Calzana

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