Immagini a corredo di articoli sulla violenza di genere che ritraggono donne all’angolo, occhi neri, bocche tappate. Persone grasse rappresentate quasi esclusivamente in relazione alle diete. Professionista autorevoli quasi sempre maschi e bianchi. Sono solo alcuni degli esempi degli stereotipi e delle discriminazioni nella comunicazione visiva di testate giornalistiche o pubblicità. Errori che non fanno altro che rafforzare gli stessi stereotipi plasmando l’immaginario collettivo.
Chi si occupa di comunicazione ed è sensibile ai temi della rappresentazione di genere e cerca di evitare grassofobia, razzismo e altre discriminazioni spesso si trova in difficoltà proprio per la carenza di immagini corrette. Da oggi, però, c’è “Fotonica”, la prima banca immagini senza stereotipi realizzata dall’agenzia Comunicattive.

Fotonica, una comunicazione visiva senza stereotipi in una banca immagini

«Nella creazione di Fotonica – racconta Elisa Coco di Comunicattive – ha avuto un ruolo fondamentale la nostra esperienza nella comunicazione di genere, il nostro attivismo e la rete di relazioni e alleanze, bolognesi e nazionali, che abbiamo costruito in oltre vent’anni». Ma a ispirare l’idea è stata proprio la difficoltà di trovare immagini (foto e illustrazioni) che non siano stereotipate. «Nelle varie campagne che abbiamo curato abbiamo sempre lavorato per trovare delle alternative – continua Coco – ma a un certo punto abbiamo capito che per realizzare un cambiamento diffuso era necessaria una piattaforma per rendere accessibili immagini diverse e plurali a chiunque si occupasse di comunicazione».

Oltre a una banca immagini, “Fotonica” ha presto assunto le dimensioni di una vera e propria start-up. Al momento sono già disponibili sulla piattaforma alcune collezioni tematiche e un’ampia raccolta di foto e grafiche di varie artiste, tra cui Cristina Portolano, Michela Sartini, Chiara LaScura, Francesca Gallina, Francesca Poggioli, Meriodoc, Luciana Passaro, M.G. Posani, FRAD. Si tratta di uno stock di partenza di circa 400 immagini già acquistabili, destinate a crescere progressivamente attraverso nuove call e collaborazioni già in corso, di cui l’ultima dedicata proprio alla narrazione della violenza di genere.

«Fotonica è uno strumento che abbiamo pensato anche per contribuire a creare un cambiamento di cultura anche attraverso l’immaginario visivo – osserva Coco ai nostri microfoni – Le immagini problematiche, non solo sono irreali perché non rappresentano la pluralità di quello che è il contesto sociale, ma sono anche immagini che bloccano il mutamento sociale perché sappiamo che la rappresentazione facilita anche l’accesso delle persone nei vari contesti».
Oltre alle immagini, “Fotonica” propone anche linee guida per parlare di argomenti specifici come il razzismo, la violenza di genere o i diritti LGBTQIA+, ma interviene anche su temi quali sport, moda, lavoro, educazione, ambiente, cultura. In tutte queste categorie si offrono spunti per una comunicazione visiva inclusiva, non stereotipata e più aderente alla realtà.

ASCOLTA L’INTERVISTA A ELISA COCO: