I prossimi 8 e 9 giugno gli elettori e le elettrici saranno chiamati ad esprimersi per i referendum su lavoro e cittadinanza. Saranno cinque i quesiti contenuti in altrettante schede, di cui quattro sul lavoro e in particolare per l’abrogazione di norme del Jobs Act e altre materie e uno sull’ottenimento della cittadinanza italiana.
Per consentire di arrivare alle urne preparati e preparate, Radio Città Fujiko inaugura oggi una rubrica settimanale di approfondimento di ciascun quesito referendario, spiegato da un esperto.
Cominciamo ovviamente dal primo quesito e a illustrarcelo è Franco Focareta, avvocato e docente di Diritto del Lavoro all’Università di Bologna.

Il primo quesito dei referendum: il ripristino dell’articolo 18 per il reintegro sul posto di lavoro

«Volete voi l’abrogazione del d.lgs. 4 marzo 2015, n. 23, recante “Disposizioni in materia di contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti, in attuazione della legge 10 dicembre 2014, n. 183” nella sua interezza?».

È questo il testo del primo quesito che troveremo su una scheda l’8 e 9 giugno. Ma cosa significa?
Il quesito chiede l’abrogazione della disciplina sui licenziamenti del contratto a tutele crescenti del Jobs Act. Nelle imprese con più di 15 dipendenti, le lavoratrici e i lavoratori assunti dal 7 marzo 2015 in poi non possono rientrare nel loro posto di lavoro dopo un licenziamento illegittimo. Sono oltre 3 milioni e 500mila ad oggi e aumenteranno nei prossimi anni le lavoratrici e i lavoratori penalizzati da una legge che impedisce il reintegro anche nel caso in cui la/il giudice dichiari ingiusta e infondata l’interruzione del rapporto. Abrogando questa norma, si dà uno stop ai licenziamenti privi di giusta causa o giustificato motivo e si reintroduce il famoso articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori.

ASCOLTA L’INTERVISTA A FRANCO FOCARETA: