Ha inizio il 26 febbraio il corso di formazione, online e in presenza, “EPISTEMOLOGIE – indagine, critica e costruzione di senso nel campo tecnico-scientifico” alla libreria punto input per indagare il significato di scienza e il rapporto che essa intrattiene con il reale.

Cinque lezioni per comprendere la scienza attraverso l’epistemologia

Il corso, a cura di Mattia Galeotti e Alessio Resenterra, nasce dopo ben due anni di pandemia, periodo in cui i temi scientifici hanno trovato posto sulle prime pagine di tutti i giornali nella forma di enunciazioni assertive e risolutive. Dalla sensazione che troppo spesso ci sia un modo di parlare di scienza all’interno del dibattito pubblico che pecca di dovuta profondità, accuratezza e giusta prospettiva storica, è nato il corso Epistemologie. Questo è uno spazio che permette di esplorare in che modo la scienza, tramite l’elaborazione di strumenti, tecniche e linguaggi, partecipa della costruzione di un senso condiviso, e quindi anche del cambiamento dello stato di cose presente.

I curatori affermano come sia centrale per loro «la questione su cosa sia la specificità del vivente dentro il discorso scientifico e quale sia la relazione tra scienze del vivente e la metafora della macchina o quella informatica, diventata onnipresente nelle analisi della natura». L’obiettivo principale è approfondire come le tecniche e il lavoro delle persone di scienza vada a costruire la realtà. Tutto ciò avviene senza dimenticare la prospettiva storica e uno sguardo alla contemporaneità del dibattito scientifico, le categorie che sono utilizzate e la posta in gioco in termini di influenza sui temi di attualità e politica.

Su questi presupposti si snoda un percorso di cinque lezioni. Nella prima, il 26 febbraio, il matematico ed epistemologo Giuseppe Longo presenta il suo libro “Matematica e senso. Per non divenir macchine” in cui viene delineata l’influenza tra discorso matematico e costruzione di senso, ma anche tra matematica e scienza del vivente. Il 3 marzo, Alessandro Sarti affronterà il tema delle dinamiche di mutazione, di come la matematica può parlarci dell’emergere di novità nel funzionamento del corpo umano e nel processo evolutivo. Un’analisi di come vengono sviluppati gli algoritmi e di come questi costruiscono un’intelligenza artificiale verrà fatta l’11 marzo da Federico Chicchi, professore di Politiche del lavoro e Globalizzazione e Capitalismo all’Università di Bologna, e Matteo Polettini, ricercatore in Fisica all’Università di Lussemburgo. Si prosegue il 18 marzo con l’epistemologa Elena Gagliasso per ricostruire gli ultimi 150 del rapporto tra l’uomo e i suoi ambienti e le conseguenti ripercussioni politiche del suo mutare. Infine, il 25 marzo, si chiude con Elisabetta Donini, docente di Fisica all’Università di Torino che analizza lo sviluppo degli ultimi 40 anni del rapporto tra le varie soggettività e le scienze.

Per i curatori il ruolo delle scienze nel campo della critica e della politica è quello di «creare dei campi di battaglia, dei terreni in cui si costruisce senso, la percezione della realtà e la stessa realtà». Proprio per questo, gli strumenti scientifici non andrebbero solo presi ed utilizzati, ma si deve anche partecipare alla costruzione di essi e della stessa comunità scientifica.

Per iscriversi o per avere maggiori informazioni, scrivere a formazione.input@gmail.com oppure visitare la pagina facebook.

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