Grazie alle pressioni delle associazioni degli utenti, le Ferrovie pubblicheranno l’elenco dei treni in circolazione il giorno successivo. Sulla linea Bologna-Verona soppressi il 50% dei treni e ritardi fino a 300 minuti.
Prendete una forte nevicata. Aggiungete una bella dose di liberalizzazioni e privatizzazioni. Mescolate il tutto e otterrete un composto formato da disservizi, ritardi, soppressioni di treni e mancate comunicazioni.
Non è una ricetta di cucina esotica, ma è quanto sta succendendo al traporto ferroviario del nostro Paese.
Dopo una settimana dall’inizio delle nevicate, infatti, la situazione dei treni non è migliorata di molto e si continuano a registrare molti disagi. Prendendo, ad esempio, in considerazione la nostra città e, ancora più nello specifico, la linea Bologna-Verona, l’elenco dei problemi pare non finire più.
Tra il 50 e il 60% dei treni per il trasporto ferroviario regionale vengono quotidianamente soppressi, come spiega ai nostri microfoni Renato Golini, presidente di Assoutenti della linea ferroviaria Bo-Vr. Quei pochi che riescono a circolare hanno subìto ritardi fino a 300 minuti, ma oltre al danno c’è la beffa. I comunicati delle Ferrovie, infatti, dipingono una situazione migliore a quella reale.
“L’azienda ci ha spiegato – racconta Golini – che i dati forniti riguardano solo i mezzi di Trenitalia e non quelli della FER, cioè i treni regionali”. Una scelta dall’intento evidente di far sembrare inferiori i disagi. Un conteggio strano anche per il fatto che “il contratto di servizio per il trasporto regionale è stato fatto in maniera univoca da Trenitalia e Fer e il direttore di questo consorzio è il direttore regionale di Trenitalia”, spiega Golini.
Quanto alle soluzioni per porre rimedio all’emergenza, l’azienda ha agito in modo tardivo. “Solo in seguito alle molte pressioni che abbiamo fatto – racconta ancora Golini – l’azienda comunicherà ogni sera i treni che saranno in servizio il giorno successivo”. Una piccola misura che serve almeno per attenuare i disagi dei pendolari, che in molti casi aspettano ore al freddo, in stazioni dove non c’è la sala d’aspetto.
Ma è quando al presidente di Assoutenti viene chiesto un parere sui motivi di questi disservizi, che si capisce quanto le privatizzazioni del settore, i tagli di personale, la frammentazione delle diverse società abbiano inciso.
“Manca un filo logico di comunicazione. Fer non è ancora un’organizzazione completa, è l’insieme di tante ferrovie locali che si stanno mettendo insieme. Trenitalia pensa di essere ancora quella di una volta. In più c’è il gioco di Rete Ferroviaria Italiana che fa parte del gruppo di cui è proprietario il ministero del Tesoro, che prende le decisioni su quali tratte tenere aperte e quali chiudere, in modo che Fer e Trenitalia si nascondano dietro le decisioni di Rfi. Non comunicano, non si collegano. Stanno cominciando a farlo adesso”.