Con il voto in Assemblea Legislativa della settimana scorsa, l’Emilia-Romagna è la prima Regione d’Italia ad avere una legge sui distretti del biologico. Si tratta di un provvedimento presentato da Europa Verde, in particolare dalla consigliera Silvia Zamboni, che disciplina la costituzione, il riconoscimento, la promozione e la valorizzazione delle pratiche e delle colture biologiche nel nostro territorio.
«La legge servirà da volano per il biologico e aggregherà non solo i produttori e i consumatori, ma anche scuole e istituzioni per lavorare a livello culturale», osserva Zamboni ai nostri microfoni.

La legge regionale sui distretti del biologico

La legge regionale sui distretti biologici arriva in Emilia-Romagna trovando terreno fertile. Nella nostra regione, infatti, un ettaro su cinque è già coltivato a biologico e il nostro territorio si colloca al quinto posto nazionale per imprese biologiche attive, pari a 7330, nel 2022 in aumento di quasi il 6% rispetto all’anno precedente.
La legge prevede anche l’istituzione di un fondo regionale per la promozione dei distretti del biologico, che potrà usufruire di 50mila euro di qui alla fine dell’anno, mentre per il 2024 e il 2025 la cifra raddoppierà, ma potrà avere accesso anche a fondi europei.

Le attività che verranno finanziate riguardano la divulgazione, l’informazione, l’educazione alimentare, l’analisi, gli studi e le ricerche di mercato e di settore, l’organizzazione e la partecipazione a corsi, mostre e fiere e il sostegno ad aziende di piccole dimensioni per avere la certificazione. È prevista infine l’istituzione di un Osservatorio regionale dei distretti del biologico con il compito di monitorare l’attuazione dei risultati previsti ed eventuali criticità riscontrate.
Lungo la via Emilia ci sono già alcuni distretti che accederanno alle opportunità della nuova legge, come quello nell’Appennino Bolognese, il Biodistretto Valli del Panaro, il Distretto biologico della Val Bidente e dell’Alta Val Rabbi, il Distretto biologico in provincia di Reggio Emilia, il Biodistretto «Alte Valli» nell’Appennino Parmense, Toscano, Ligure, il Distretto Biologico della Romagna Estense e il Distretto Biologico del Comune di Cesena.

«I distretti sono comunità che mettono insieme agricoltori, allevatori, trasformatori, rivenditori di prodotti realizzati senza pesticidi o prodotti di sintesi chimica, quindi sani per l’ambiente e per la nostra salute – spiega Zamboni – Ai distretti possono aderire anche Comuni e scuole, ad esempio creando mense biologiche».
L’auspicio della consigliera dei Verdi è che questa aggregazione rappresenti un volano per la diffusione dei metodi di produzione e trasformazione del biologico, ma anche per il consolidamento a livello culturale.

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