Presentata la prossima imminente stagione gennaio/marzo di Teatri di Vita, galvanizzati dalle grandi opere di efficientamento energetico che sono state rese possibili dai fondi del PNRR. Il titolo della rassegna trae spunto da uno slogan delle destre estreme, per poi modificarlo nell’esplorazione di spettacoli nei quali individui e famiglie (in senso allargato) si ritrovano e confrontano nel gioco letterario: “D’iO, TEATRO & FAMIGLIA”.
Si comincia con due blocchi da 5 giorni, dal 10 al 14 e dal 17 al 21 gennaio, a tratti sperimentali anche negli orari: ci saranno due pomeridiane alle ore 17 di giornate lavorative, e due mattinée alle 11. Il lavoro in questione sarà “Le amarezze”, uno spettacolo di Andrea Adriatico in cui viene proposto il primo spettacolo teatrale di Bernard-Marie Koltès: il grande drammaturgo aveva appena 22 anni quando si cimentò nella ricostruzione teatrale di “Infanzia”, il romanzo autobiografico di Massimo Gorkij. Undici attori in scena per un lavoro di grande introspezione psicologica.
Il 26 e 27 gennaio sarà la volta di “A number” di Caryl Churchill, nel quale un padre incontra suo figlio, di cui 40 anni prima si era disfatto a causa della morte della moglie. Tuttavia, prima di abbandonare il bambino, il padre aveva pensato di poter rimediare clonando il bambino. E allora, quale sarà il figlio che davvero incontra?
Domenica 28 gennaio un documentario su Pier Vittorio Tondelli. Al soggetto e alla sceneggiatura hanno lavorato Andrea Adriatico, Stefano Casi e Grazia Verasani. Il 13 febbraio, martedì grasso, un “Grande ballo in maschera” non privo di sorprese.
Una stagione di lavori raffinati, anche provenienti dal Premio Scenario
Come ormai consuetudine, ci saranno poi le serate imperniate sui vincitori del “Premio Scenario 2023”. Andranno in scena 4 spettacoli. Si comincia il 15 e 16 febbraio con “La costanza della mia vita” che vedrà il giovanissimo Pietro Giannini (classe 2000) nella doppia veste di autore e interprete del monologo. Si tratta di un flusso di coscienza nell’osservare lo sfaldamento lento e inesorabile della propria famiglia.
Il 17 e 18 febbraio “Tre voci” riprenderà il radiodramma in versi che Sylvia Plath dedicò alla maternità. Tre donne, tre punti di vista differenti, in quello che sarà un concerto-spettacolo.
Altro ritratto femminile sarà “Luisa” di e con Valentina Dal Mas. L’autrice racconta di Luisa, realmente conosciuta in una cooperativa sociale volta al recupero di persone emarginate. Luisa cuce, per non perdere il filo con l’esterno e per ritrovare quello della propria vita. In scena il 21 e 22 febbraio.
Un divertente viaggio tra gli stereotipi sulla Sardegna sarà – il 24 e 25 febbraio – “anonimasequestri”. La proposta offre una chiave di lettura più profonda, sul conflitto identitario di una generazione orfana di una lingua e di una cultura e succube degli stereotipi.
Tornando invece alla programmazione di “Teatri Di Vita”, dal 28 febbraio al 3 marzo “Minuscoli granelli nel barattolo del cosmo”, un viaggio nelle varie epoche dell’umanità, con salti nel tempo, poesia e ironia per cercare di dare risposta ai grandi quesiti dell’esistenza.
Dall’8 al 10 marzo “La fabbrica degli stronzi” uno spettacolo che mette insieme due compagnie (Kronoteatro e Maniaci d’Amore). L’ambientazione è decisamente lugubre: attorno alla salma della madre si trovano i figli che devono lavarla e prepararla per il funerale. E nel mentre ripercorrono vari episodi della loro vita familiare. Eventi ordinari ma non per i protagonisti, che li hanno sempre vissuti e subiti come abusi, e come alibi per continuare una vita senza responsabilità. Uno spettacolo nel quale tutti appaiono come vittime.
Dal 22 al 24 marzo “Arturo” di e con Laura Nardinocchi e Niccolò Matcovich. Uno spettacolo che nasce dal ricordo del padre da parte dei due autori. Quindi frammenti di un grande puzzle che vengono rielaborati in un atto creativo, con l’intento di rendere una memoria privata collettiva e universale.
Decisamente interessanti le condizioni di abbonamento: 60 euro per 11 spettacoli. Per ulteriori dettagli e condizioni rimandiamo al sito di Teatri di Vita.
ASCOLTA L’INTERVISTA A STEFANO CASI: