Mentre gli Stati Uniti e la Nato continuano a gettare benzina sul fuoco e la Russia non arretra e compie manovre militari al confine che fanno presagire la tanto citata invasione, a mediare attorno alla crisi ucraina sembrano essere esponenti europei. Da un lato il cancelliere tedesco Olaf Scholz, che è andato a rassicurare Joe Biden e a promettere che, in caso di guerra, verranno chiusi i rubinetti del gasdotto Nord Stream 2, dall’altro il presidente francese Emmanuel Macron che incontra Vladimir Putin e cerca di mediare.

Crisi ucraina, l’Europa più cauta di Stati Uniti e Nato

Pur difendendo formalmente il Patto Atlantico, i capi di Stato europei sembrano approcciare l’altissima tensione che si registra tra Usa e Russia attorno alla crisi ucraina con più moderazione rispetto a Washington.
«Negli ultimi tempi gli Stati Uniti hanno cercato di mostrare un’unità di intenti con l’Europa – osserva ai nostri microfoni Oleksiy Bondarenko, ricercatore dell’Università di Kent e collaboratore di East Journal – ma sicuramente dal punto di vista strategico ci sono tante differenze, tanto è vero che appena qualche anno fa Macron aveva definito la Nato come un’alleanza in morte cerebrale».

In particolare, il ricercatore sottolinea che Francia e Germania hanno avuto un atteggiamento un po’ più cauto nel dichiarare un’imminente invasione russa in Ucraina.
«Il problema principale però – evidenzia Bondarenko – è che vi è una rivalità storica tra Berlino e Parigi su chi debba giocare il ruolo di leader in Europa dal punto di vista politico, economico, ma anche militare».

Le preoccupazioni della Russia e due espansionismi a confronto

La crisi ucraina, pur in un processo di risoluzione diplomatica, non può al momento escludere l’opzione militare, visto lo schieramento di truppe russe al confine.
Ma visti i problemi posti da Mosca sull’allargamento della Nato ad est e la questione del Donbass che si trascina da otto anni, si può parlare di due espansionismi a confronto? «Beh, uno è un tentativo in divenire – osserva il ricercatore – l’altro, quello della Nato, è più consolidato. La chiave di lettura può essere una revisione della sicurezza europea voluta da Mosca ma contrastata dall’alleanza atlantica».

Nello specifico le preoccupazioni della Russia riguardano diversi fronti. «Dal punto di vista strategico Mosca è preoccupata dall’avvicinamento della Nato verso i suoi confini – spiega Bondarenko – e una possibile inclusione di Ucraina e Georgia nel patto atlantico, anche se dal punto di vista pratico è una possibilità molto lontana e Mosca lo sa bene».
Accanto a ciò, Putin guarda alla guerra che dura ormai da otto anni in Donbass e desidera di chiudere il capitolo della Crimea con l’accettazione da parte della comunità internazionale dell’integrazione della Crimea nella federazione russa.

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